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Le tre grandi confessioni del 1500 : Cattolica, Luterana e Calvinista


A grandi linee il quadro era quello di tre grandi confessioni – cattolica, luterana e calvinista – che miravano all'universalità, contendendosi reciprocamente il diritto di esistenza. Proprio per questo la tolleranza non aveva posto nei loro dogmi. Un primo grande accordo si ebbe nel 1555 con la pace di Augusta, quando la confessione cattolica e luterana trovarono un accordo, per quanto molto precario. Ma sin da questa pace ci si rese conto come ormai la lotta fosse fortemente politica. Non si deve dimenticare che in questo scontro lo stato, tra il 1500 e il 1600, ebbe un forte ruolo e ne acqusì giovamento. La tendenza in realtà era evidente sin dallo scoppio della bomba luterana, quando alcuni principi tedeschi appoggiarono Lutero mentre la chiesa del papa chiese sostegno all'imperatore. Le confessioni avevano bisogno del sostegno degli stati, così che accadimenti religiosi e scontri politici si fondessero nelle pretese egemoniche dei potenti.
Su scala europea la situazione era la seguente: il cattolicesimo trovò i suoi difensori nella grande monarchia spagnola, nel peraltro debole, impero tedesco e, col progredire della Controriforma, in alcuni territori tedeschi laici ed ecclesiastici, primo fra tutti la Baviera di Alberto V; con Lutero si schierarono le monarchie nordiche e numerosi ceti imperiali divenuti momentaneamenti o definitivamente luterani; nella condizione peggiore vennero a trovarsi i calvinisti, che per la loro concezione della comunità non potevano scendere a patti con le potenze politiche esistenti, ed è per questo che nel 1500 nessun paese divenne calvinista nello stesso senso in cui molti territori tedeschi diventarono luterani. Il calvinismo, insomma, non divenne mai confessione di stato eppure prese piede con risultati che alla lunga superarono ampiamente quelli del luteranesimo, mostrando grande dinamismo politico.
Un dinamismo che non si manifestò in maniera così radicalizzata come in Francia. Qui le persecuzioni di Enrico II (1547 – 1559) indussero il protestantesimo francese a costituirsi un proprio esercito, concepito, beninteso, dai suoi capi, che erano nobili e che lo utilizzavano per gli interessi della monarchia. Di contro la Francia, pur essendo cattolica, non si sentiva certo tenuta a obbedire alla Chiesa di Roma. Nacque così il gallicanesimo, alla luce del quale fu affrontata la questione protestante. Se infatti la Corona avesse concesso un ampio riconoscimento alle richieste protestanti, il “repubblicanesimo” calvinista avrebbe minato l'unità nazionale e provocato, forse uno stato di guerra civile permanente; se però avesse proceduto ad una repressione radicale dei protestanti, ne sarebbe derivati un rafforzamento del partito ultramontano, antigallicano, prospagnolo con conseguente sottomissione alle finalità della Spagna e di Roma.

Tratto da STORIA MODERNA di Gherardo Fabretti
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