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Giovanni Baglione, il primo storiografo romano



 (1571 – 1644)

Il primo storiografo romano. Produsse una raccolta di biografie artistiche pubblicata nel 1642 e comprendente eventi tra il 1572 e l'anno di pubblicazione. Appartiene alla schiera dei letterati artisti e degli antiquari, e in origine era un pittore. La sua opera ha una struttura caratteristica: Baglione dice esplicitamente di voler continuare l'opera del Vasari e del Borghini, ma finisce (come Borghini in verità) per tralasciare completamente il grande sistema storico dell'aretino. La sua opera altro non è che un mero lavoro annalistico, chiuso nella cornice di una delle tante guide locali. Si apre con un dialogo tra un “forestiere” e un “gentiluomo romano”; la narrazione si divide in cinque
giornate. Il cinque è anche alla base della divisione strettamente cronologica, poiché basata sui periodi di regno dei cinque papi – Gregorio XIII, Sisto V, Clemente VIII, Paolo V e Urbano VIII – e sui corrispondenti maestri attivi sotto il pontificato di ciascuno. Bellori disse che Baglione di letteratura ne mangiava poco, così per abbellire il testo, che rimane di un annalismo arido, si rivolse al letterato Ottavio Tronsarelli.
Caratteristico del Baglione è il riferire non come sua ma come opinione corrente il rimprovero fatto a Caravaggio di avere rovinato l'arte. Baglione tratta gli artisti attivi a Roma a partire da Vasari, continuando con Ammannati, Annibale Carracci (Lodovico non era a Roma) Zuccaro e poi Caravaggio, a cui è dedicato molto spazio assieme ai suoi seguaci Saraceni e Valentini. Compaiono poi Feti, Bernini, il Tempesta, Palma il Giovane. Compaiono anche artisti stranieri, come Rubens (quella di Baglione è anzi la biografia più antica) e Bril. Compare anche un capitolo a parte sugli incisori.

Tratto da STORIA DELLA CRITICA D'ARTE di Gherardo Fabretti
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