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La controversia Origenista nel '400



LA CONTROVERSIA ORIGENISTA: La morte di Teodosio avviene il 17 gennaio del 395. Il regno viene smembrato in due tra i figli Arcadio e Onorio. Onorio morirà nel 423 e sarà sostituito da Valentiniano III, sotto la reggenza della madre Galla Placidia. In questo periodo in Occidente, ma non solo, prendono piede due gravi conflitti dottrinali: quello su Origene e il pelagianesimo. La dottrina di Origene era stata utilizzata più volte dagli ariani per appoggiare la loro teologia trinitaria ma i padri cappadoci (Gregorio di Nissa, Gregorio di Nazianzo ed Eusebio di Cesarea) l'avevano più volte respinta. Negli ultimi anni del IV secolo e nei primi decenni del V, l'antiorigenismo si fa sempre più forte e finisce per suscitare un lungo contrasto tra due fazioni schierate sia in Oriente sia in Occidente.
A Origene si rimproveravano alcune asserzioni sull'inferiorità del Figlio rispetto al Padre, sulla preesistenza delle anime rispetto ai corpi, sulla apocatastasi finale. In realtà gli antiorigenisti non seppero collocare Origene e la sua dottrina del suo tempo e si basarono più sulle sintesi dei padri cappadoci che sulla genuina dottrina origeniana.Il problema venne sollevato prima da Epifanio di Salamina, che iniziò a predicare l'antiorigenismo a Gerusalemme, scontrandosi violentemente col vescovo Giovanni, origenista convinto. In Palestina si scontreranno gli amicissimi Girolamo e Rufino. Girolamo, che era stato a lungo ammiratore e traduttore di Origene, alla venuta di Atarbio, con una virata ancora oggi inspiegabile, forse motivabile con la sua paura di non apparire più il solido difensore dell'ortodossia, Girolamo si schiera con la fazione antiorigenista. Una sua improvvida traduzione in latino di una lettera di Epifanio di Salamina, nella quale si attaccavano Giovanni e Rufino, che egli non pensò potesse giungere nelle mani dei due, sancì la rottura definitiva con l'amico e con il vescovo di Gerusalemme.Dopo i viaggi a Roma di Rufino e uno scambio pesante di trattati e lettere, comprese le versioni Girolamiane e Rufine del Trattato sui princìpi, la contesa dilagò. Il nuovo papa Anastasio (399 – 402) sposò le tesi origeniste e Rufino inviò una breve Apologia ad Anastasium dove giustificava le sue traduzioni di Origene e confermava la sua ortodossia, e poi una Apologia contra Hyeronymum, dove rispondeve alle accuse di Girolamo e ne criticava il voltafaccia, ricordando quanto fosse stato Girolamo un ammiratore di Origene.
Girolamo replica nel 401 con una Apologia contra Rufinum che è la più violenta degli scritti di Girolamo. Giustifica il suo origenismo e rovescia le accuse di Rufino con tecniche di indubbia abilità. Porterà avanti la sua polemica anche quando Rufino dimostrerà di voler lasciar perdere e non lo risparmierà di insulti anche dopo la morte.

Tratto da STORIA DEL CRISTIANESIMO ANTICO di Gherardo Fabretti
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