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I sub sistemi turistici del distretto Etneo

- Etna Nord – Valle dell'Alcantara → si caratterizza per una spiccata attitudine alla programmazione negoziata e contano comuni come Bronte, Calatabiano, Castiglione, Randazzo, Maletto. È un sub sistema con una dinamica demografica segnata da un brusco collasso tra il 1961 e il 1991 con una successiva ripresa dovuta alla promozione delle potenzialità agro – silvo – pastorali, alla modernizzazione delle strutture agrarie e aziendali, al rafforzamento della formazione giovanile e alla valorizzazione del territorio.
In questo sistema la complessità del paesaggio agrario non è stata utilizzata come risorsa ma vista come ostacolo, mancando un centro direzionale che coordinasse iniziative di più ampio respiro
- Simeto – Etna sud → anche questi comuni collaborano attivamente. Citiamo Ragalna, Nicolosi, Pedara, Trecastagni. Qui si assiste invece ad una costante crescita demografica che però non è supportata da una parallela trasformazione delle economie locali, continuando i residenti a svolgere il loro lavoro nel capoluogo, generando forme intense di pendolarismo.
- Riviera jonico etnea → non è da meno e contiamo CT, Acireale, Acicastello ecc.. ed è quello a più alta variazione demografica e anche il più produttivo.
Molte sono le iniziative che interessano l'area etnea, una su tutte la creazione del DT Taormina – Etna. Altre sono:
- Parco dell'Etna e PIT Etna → settore ambiente 
- Distretto della Lava → settore cultura 
- Città del Vino e Vie dell'Olio → settore enogastronomia 
- Circuiti golf e ciclobike dell'Etna → settore sportivo.
Il contesto etneo non può certo definirsi omogeneo e si caratterizza per forti concentrazioni demografiche ed economiche come si è visto prima, ed eterogenea è anche l'incidenza dei vari settori economici nella formazione del valore aggiunto pro capite prodotto dai Sistemi Locali del Lavoro che compongono il territorio etneo. Adrano ad esempio ha un valore dell'agricoltura triplo rispetto alla media nazionale e a Bronte e Randazzo il primario occupa il 18%. Nella riviera jonico – etnea secondario e terziario invece dominano.
L'attività agricola è sempre stata il motore dei piccoli centri etnei e ad alcune loro produzioni sono stati riconosciuti importanti marchi come il DOC (vino rosso con nerello mascalese, mantellato e cappuccio), il DOP (olio d'oliva Monte Etna) e l'IGP (arancia tarocco, sanguinello e moro). Pensiamo al pistacchio di Bronte, alle fragole di Maletto, alle ciliegie di Linguaglossa e al miele di Zafferana.
La pietra lavica ha poi segnato la storia del distretto, e di pietra lavica sono fatti moltissimi edifici caratteristici come quelli piccoli del versante sud e quelli padronali, grandi, del versante nord.

Tratto da GEOGRAFIA di Gherardo Fabretti
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