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Stenosi aortica


La stenosi aortica è causata in molti casi da una malattia degenerativa con fibrosi, calcificazione e fusione delle commissure aortiche, talora associata ad una malformazione congenita. La bicuspidia aortica è un difetto congenito riscontrabile nell’1% dei nati e frequentemente conduce a precoce degenerazione calcifica della valvola con comparsa di stenosi valvolare severa in età relativamente giovane (30-40 anni). La quantificazione del grado di stenosi viene effettuata mediante il calcolo della superficie dell’orifizio aortico e del valore del gradiente transvalvolare. Questi due parametri possono essere determinati con metodiche ecocardiografiche o con il cateterismo cardiaco.
I valori critici sono rappresentati da una superficie valvolare aortica inferiore a 0.75% cm2 o da una gradiente transvalvolare superiore a 50 mmHg. In presenza di disfunzione sistolica del ventricolo sinistro un gradiente transvalvolare inferiore a tale valore non consente di escludere la presenza di una stenosi di grado severo poiché ciò può dipendere da una incapacità del ventricolo di produrre un gradiente elevato.
L’indicazione chirurgica è ben codificata in presenza di stenosi aortica severa sintomatica (dispnea, angor, sincope a riposo o da sforzo). La chirurgia tuttavia viene inoltre spesso proposta in caso di  stenosi serrata asintomatica tenuto conto dell’elevato rischio di morte improvvisa .
L’età avanzata non costituisce isolatamente una controindicazione assoluta all’intervento e l’elevata incidenza di coronaropatie in tali pazienti impone l’esecuzione di uno studio coronarografico sistematico.
La sostituzione valvolare aortica è al giorno d’oggi un intervento ben codificato con una ridotta mortalità operatoria (3% in assenza di procedure associate).

Tratto da APPUNTI DI CARDIOCHIRURGIA di Alessandra Di Mauro
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