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Trattamento intensivo postoperatorio


Questo è il periodo immediatamente successivo all’intervento chirurgico e rappresenta il momento più delicato per il paziente All’uscita dalla sala operatoria l’effetto dell’anestesia generale è ancora presente ed è nell’unità di rianimazione cardiochirurgica che si provvederà ad antagonizzarne gli effetti ed a risvegliare il paziente. Il paziente è intubato e ventilato meccanicamente; sono presenti uno o più drenaggi toracici a livello del cavo pericardico e, talora, in sede pleurica; vengono inoltre posizionate due paia di elettrodi stimolatori epicardici, due atriali e due ventricolari, che convenzionalmente fuoriescono rispettivamente dall’emitorace destro e sinistro. Il catetere in arteria radiale permette il controllo in tempo reale della pressione arteriosa sistemica e facilita l’esecuzione di esami emogasanalitici arteriosi. Il catetere venoso centrale a più vie consente il controllo della pressione venosa centrale e facilita la somministrazione endovenosa di farmaci. In taluni casi un catetere di Swan-Ganz rende possibile un controllo più sofisticato dei parametri emodinamici, comprendente il rilevamento della pressione capillare polmonare, della gittata cardiaca e delle resistenze vascolari sistemiche e polmonari in pazienti a rischio aumentato. Il catetere vescicale permette un preciso controllo della diuresi oraria e viene mantenuto in sede un sondino naso-gastrico a caduta. Viene inoltre riportato il sanguinamento orario a livello dei drenaggi. Il paziente non è in grado di parlare per la presenza del tubo endotracheale posizionato tra le corde vocali. A tale proposito è opportuno informare preoperatoriamente il paziente per limitarne l’ansia nel periodo immediatamente successivo al risveglio.
La ferita sternotomica, le sedi di uscita dei drenaggi toracici e soprattutto le ferite toracotomiche utilizzate per alcuni interventi sono responsabili dell’accentuazione del dolore in particolare sotto lo stimolo della tosse. Gli oppiacei vengono largamente utilizzati a scopo antalgico.

Tratto da APPUNTI DI CARDIOCHIRURGIA di Alessandra Di Mauro
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