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Difetto Interventricolare (DIV)


Rappresenta la malformazione cardiaca più frequente (25% delle cardiopatie congenite). Provoca uno shunt sinistro-destro e iperafflusso polmonare. La sintomatologia è in rapporto con l’entità dello shunt che dipende a sua volta dalle dimensioni del DIV e dalle resistenze arteriolari polmonari.
Si distinguono:
DIV di grandi dimensioni, detti non restrittivi , con diametro uguale o superiore a quello dell’ostio valvolare aortico. In tal modo lo shunt è importante e la pressione endoventricolare destra è uguale alla pressione endoventricolare sinistra con conseguente iperafflusso polmonare (il Qp/Qs è inversamente proporzionale al rapporto tra le resistenze arteriolari polmonari e le resistenze arteriolari sistemiche). La cardiomegalia e l’ipertensione polmonare sono legate all’importanza dello shunt sinistro-destro e alle resistenze polmonari;
DIV di piccole dimensioni, o restrittivi , che provocano un modesto shunt (Qp/Qs inferiore a 1,5) e che non danno luogo a cardiomegalia e iperafflusso polmonare;
DIV di dimensioni intermedie che determinano pressioni ventricolari destre elevate, ma in generale inferiori alla metà della pressione ventricolare sinistra (Qp/Qs tra 2,5 e 3).
La ricerca di eventuali lesioni associate viene condotta sistematicamente. Queste includono, ad esempio la pervietà del dotto di Botallo, presente circa nel 25% dei DIV sintomatici nel neonato e la coartazione aortica, presente nel 10% dei casi e che può essere associata a lesioni ostruttive del cuore sinistro quali la stenosi mitralica congenita.
In assenza di chiusura spontanea, l’indicazione chirurgica si pone in pazienti con grave intolleranza clinica (calo ponderale, dispnea, infezioni polmonari recidivanti) specie in caso di aumento delle pressioni polmonari. Circa il 30% dei neonati affetti da DIV necessita la chiusura chirurgica durante il primo anno di vita. Pazienti asintomatici con un DIV persistente vengono sottoposti a cateterismo cardiaco al temine ad un anno di età e quindi all’intervento se le pressioni polmonari raggiungono la metà delle pressioni sistemiche.
La correzione chirurgica viene effettuata in CEC e consiste nel chiudere il DIV con un patch attraverso l’atrio destro o, talora, il ventricolo destro. Quando i DIV sono multipli l’intervento è più complesso e può in taluni casi ridursi a una procedura palliativa, come il banding dell’arteria polmonare (vedi il quadro riassuntivo degli interventi palliativi).

Tratto da APPUNTI DI CARDIOCHIRURGIA di Alessandra Di Mauro
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