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Ipertensione arteriosa polmonare


L’ipertensione polmonare è nella maggior parte dei casi riferibile ad una disfunzione ventricolare sinistra (ipertensione funzionale). Conseguentemente il trattamento è, in questi casi, eziologico.
Quando invece l’ipertensione polmonare non è causata da una ridotta funzione ventricolare sinistra, come avviene in alcune cardiopatie congenite (shunt sinistro-destro con importante iprafflusso polmonare), essa costituisce una complicanza postoperatoria frequente e spesso grave, trattabile attualmente con l’inalazione di monossido di azoto.
L’ipertensione polmonare è frequente in caso di valvulopatia mitralica e la sua reversibilità, di diagnosi non semplice da diagnosticare, condiziona la prognosi. In caso di ipertensione polmonare irreversibile precapillare (es.: sindrome di Eisenmenger) o postcapillare (es.: valvulopatia mitralica), la presenza di resistenze arteriolari polmonari fisse controindica l’intervento chirurgico, che nella maggior parte dei casi aggrava il quadro clinico del paziente. Il solo intervento attuabile in tali condizioni è il trapianto cuore-polmoni.

Tratto da APPUNTI DI CARDIOCHIRURGIA di Alessandra Di Mauro
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