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Gli scritti di Tertulliano


Tertulliano era uno scrittore africano di Cartagine che ha numerose affinità con Ippolito. Sarà uno dei più tenaci difensori delle violenze romane sui cristiani e nel suo famoso Apologetico difenderà con veemenza il cristianesimo dalle accuse dei pagani, inaugurando la letteratura cristiana di origine latina. Tertulliano è l'uomo del paradosso, dell'esagerazione, dell'originalità a tutti i costi, della sottigliezza polemica e dell'estremismo radicale. Le argomentazioni di Tertulliano sono di origine giuridica e contestano ai romani la sostanziale illegalità della loro legislazione religiosa. Confuta pesantemente la lettera di Plinio a Traiano. Alla critica di essere contro i valori più sacri del mos maiorum, risultando dunque improduttivi e infruttuosi, Tertulliano risponde appellandosi alla verità e alla moralità della religione cristiana che impedisce loro di partecipare alla vita pubblica. Se la società romana si aprisse ai valori cristiani, i cristiani prenderebbero parte alla vita civile. Ma per Tertulliano gran parte delle attività pubbliche sono intrise di idolatria e nel De Spaectaculis giudica immorali, osceni e idolatrici i giochi. La veritas è al di sopra della consuetudo. Se la legge è sbagliata si modifica.
Si scaglia anche contro le eresie, forte di una tradizione ormai consolidata. Nel De praescriptione haereticorum invita anzi a prescrivere gli eretici perchè solo nella Chiesa Cattolica è stata trasmessa la vera dottrina. Confuta così le dottrine eretiche e scrive contro il marcionismo il già citato Adversus Marcionem tra il 207 e il 212, che però non appare molto originale e si serve degli scritti di autori precedenti come il Dialogo con Trifone di Giustino o l'Adversus Haereses di Ireneo. Sul piano teologico Tertulliano difende strenuamente il Logos e non rifiuta innovazioni audaci per la costruzione del dogma trinitario. Nell'Adversus Praxean insiste sulla pluralità delle persone divine, introducendo quei termini di “trinitas” e “persona” che avranno tanto successo in futuro, ed è lui a esprimere al meglio la teoria del dogma trinitario: una substantia, tres personae.
Ma Tertulliano è simile a Ippolito nella sua condanna di una Chiesa ormai secolarizzata e troppo incline ai patteggiamenti col mondo. Nell'ultima parte della sua vita, proprio per questo, probabilmente aderirà al movimento montanista scagliandosi contro il lassismo chiesastico su argomenti delicati come il servizio militare (De Corona), le seconde nozze (De monogamia), la fuga in seguito a persecuzione (De fuga in persecutione).

Tratto da LETTERATURA CRISTIANA ANTICA di Gherardo Fabretti
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