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La vita scetica e monastica di Girolamo

La vita scetica e monastica di Girolamo



Ma lo studio della Scrittura non fu l'unico impegno di Girolamo nel campo delle lettere. I suoi ideali di vita ascetica e monastica gli imponevano svariati impegni di carattere letterario, sia per dirigere e confortare chi si rivolgeva a lui come guida spirituale, sia per controbattere agli attacchi che prendevano di mira questo ideale. Era pur sprovvisto di apprezzabili capacità speculative ma aveva una fortissima verve polemica che riversò in scritti svariatissimi.
Indimenticabile la sua rottura con Origene. Il problema venne sollevato prima da Epifanio di Salamina, che iniziò a predicare l'antiorigenismo a Gerusalemme, scontrandosi violentemente col vescovo Giovanni, origenista convinto. In Palestina si scontreranno gli amicissimi Girolamo e Rufino. Girolamo, che era stato a lungo ammiratore e traduttore di Origene, alla venuta di Atarbio, con una virata ancora oggi inspiegabile, forse motivabile con la sua paura di non apparire più il solido difensore dell'ortodossia, Girolamo si schiera con la fazione antiorigenista. Una sua improvvida traduzione in latino di una lettera di Epifanio di Salamina, nella quale si attaccavano Giovanni e Rufino, che egli non pensò potesse giungere nelle mani dei due, sancì la rottura definitiva con l'amico e con il vescovo di Gerusalemme. Dopo i viaggi a Roma di Rufino e uno scambio pesante di trattati e lettere, comprese le versioni Girolamiane e Rufine del Trattato sui princìpi, la contesa dilagò. Il nuovo papa Anastasio (399 – 402) sposò le tesi origeniste e Rufino inviò una breve Apologia ad Anastasium dove giustificava le sue traduzioni di Origene e confermava la sua ortodossia, e poi una Apologia contra Hyeronymum, dove rispondeve alle accuse di Girolamo e ne criticava il voltafaccia, ricordando quanto fosse stato Girolamo un ammiratore di Origene. Girolamo replica nel 401 con una Apologia contra Rufinum che è la più violenta degli scritti di Girolamo. Giustifica il suo origenismo e rovescia le accuse di Rufino con tecniche di indubbia abilità. Porterà avanti la sua polemica anche quando Rufino dimostrerà di voler lasciar perdere e non lo risparmierà di insulti anche dopo la morte.
La forma epistolare è sicuramente quella dove Girolamo dà il meglio di sé e il suo epistolario è quanto di più bello ci abbia lasciato l'antichità cristiana, dove c'è tutto Girolamo, dal polemista al consolatore, dall'asceta all'esegeta, in uno stile colorato e brillante indimenticabile e modellizzante.
Ricordiamo infine i suoi interessi storici con il De viris illustribus che pur nella sua scarsità di dati testimonia nelle sue biografie degli antichi l'interesse ancora vivo per uno scambio proficuo tra antichità classica e cristianesimo.

Tratto da LETTERATURA CRISTIANA ANTICA di Gherardo Fabretti
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