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La Russia moscovita - Il regno di Alessandro Il Tranquillissimo (1645-1676)


Alla morte di Michele fu il suo unico figlio Alessio a succedergli. Il nuovo sovrano era sensibile e scrupoloso nei rapporti con gli altri e aveva un grande interesse per l’Occidente, ma questo non bastò a capovolgere la situazione del Paese, che era ancora critica e caratterizzata da problemi vecchi e nuovi. A livello interno, c’era un sovrano molto debole che dipendeva da parenti e consiglieri, tra cui emerse la figura del boiaro Boris Morozov. Inoltre, si tentò di risolvere la disperata situazione finanziaria passando dall’argento al rame, ma ciò non fece altro che alzare l’inflazione, alimentando nuove ribellioni, tra cui quella guidata da Sten’ka Razin, comandante di una banda di cosacchi che proclamò la libertà del dominio di funzionari e proprietari terrieri; soltanto la mancanza di organizzazione permise all’esercito russo di avere la meglio. Contemporaneamente il patriarca Nikon attuò la riforma ecclesiastica e lo scisma (per Nikon, la Chiesa era superiore allo Stato), ma il consiglio ecclesiastico dei patriarchi orientali depose il patriarca e la riforma riguardò libri e prassi della Chiesa. Anche la situazione estera era difficile. L’inserimento dell’Ucraina nella giurisdizione moscovita provocò una guerra tra Mosca e la Polonia, che si concluse con il trattato di Andrusovo (lo Dnepr divenne la frontiera tra i 2 Stati), mentre scoppiarono anche la guerra con la Svezia e la guerra con la Turchia per difendere i territori ucraini.
L’unico evento degno di nota positiva fu la promulgazione di un nuovo codice legale (l’Uloženie) che sistematizzò le leggi moscovite.

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