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La struttura della prima sequernza di El - L. Bunuel-




La struttura della sequenza è assai chiara: abbiamo qualcuno in campo che arriva a vedere – Francisco –, dopo aver attraversato un vuoto d’occhiate, e prima di esser riportato sotto lo sguardo di un altro – Gloria – e sotto uno sguardo altro – la cinepresa –. Parallelamente, abbiamo una scena che trova il proprio centro in un uomo, dopo aver subito un attimo di dispersione, e prima di esser ricentrata a causa dell’irruzione di una donna e decentrata a causa dell’intervento percettibile del cinema.
In tutto ciò, le costruzioni testuali impegnate sono rispettivamente:
- un’oggettiva quasi documentaria,
- una soggettiva decisa a far lievitare la diegesi,
- un’oggettiva questa volta più strutturata,
- un’oggettiva irreale;
e le posizioni via via assunte dall’enunciatario sono
- quella di un testimone anonimo,
- quella di un personaggio in campo,
- quella di un testimone diventato ormai consapevole,
- quella della cinepresa.
È proprio un tal disegno d’insieme, con le sue linee di sviluppo e i suoi punti di forza, a risultare parecchio istruttivo, e sono le cadenze impressa al film, al di là del mero plot, ad avere una loro pregnanza: il nostro brano può allora confessarci alcune cose importanti; può raccontarci tra le righe almeno tre storie.

Tratto da CINEMA di Nicola Giuseppe Scelsi
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