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Studio antropologico: Dio, io e lo zio


L’antropologo si occupa soprattutto di studiare le relazioni, e quelle di parentela sono le principali, tramite le quali gli esseri umani organizzano le relazioni sociali: per questo si dice che l’antropologo si occupa dello zio.
Non esiste società che non abbia regolamentato i rapporti tra genitori e figli, tra partner sessuali ecc, con maniere però diverse: questo diventa la chiave di lettura di una società e rende possibile una comparazione su larga scala. Tutte le forme di parentela vivono a cavallo tra natura e cultura: affondano le radici nella natura, ma non si riducono a questo. L’unico gruppo sociale che non si riduce ulteriormente è quello della madre e i suoi figli: con l’intervento di un maschio nell’atto della fecondazione, è sufficiente alla riproduzione della specie, e viene trasformato dall’atto del matrimonio, non indispensabile per la riproduzione, ha trasformarlo da atto puramente biologico a una creazione sociale e a renderla duratura nel tempo. La parentela nasce quindi dall’intersezione fra due rapporti biologici fondamentali: il legame di filiazione tra madre e figlio e il legame di coppia tra maschio e femmina, che nasce quando il maschio offre la sua paternità alla prole della femmina, dando luogo al terzo legame, quello della paternità.
I cuccioli dell’uomo, a differenza di quelli animali, hanno bisogno di un lungo periodo di convivenza con i genitori prima di essere indipendenti: il matrimonio prolunga l’essenza fisica dell’atto sessuale, trasformandolo in una pratica culturale con una serie di norme. Il matrimonio definisce le condizioni in cui un uomo e una donna possono intrattenere relazioni sessuali e gestire i loro beni, regola il processo di allevamento dei figli e stabilisce privilegi e doveri legati a queste condizioni, serve a trasmettere alla prole uno status sociale e a determinare un legame socialmente significativo tra i gruppi domestici del marito e della moglie.
Esistono, però, anche altri vincoli su cui gli individui basano le loro relazioni, che possono superare per intensità quelli parentali, ma dal diritto, che sia consuetudinario o scritto, sono presi in considerazione quelli, solo loro fanno giurisprudenza.

Tratto da IL PRIMO LIBRO DI ANTROPOLOGIA di Elisabetta Pintus
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