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Studio antropologico: esogamia, endogamia


Il matrimonio contribuisce ad allargare la sfera di legami parentali al di fuori della cerchia dei consanguinei o parenti collaterali, dando vita a relazioni con parenti acquisiti o affini: crea una parentela sociale più estesa di quella puramente biologica, niente di "naturale", e ogni società è libera di fissare regole su chi si può, si deve o è meglio sposare. Nella società occidentale la scelta del coniuge è libera e legata a fattori personali, mentre in altre culture ci sono norme che regolano o condizionano le possibilità di matrimonio, vincolandolo a certi contesti: in alcuni casi vige l’esogamia, cioè sposarsi con una donna esterna al proprio gruppo di appartenenza, sociale o territoriale, in altri casi vige l’endogamia, meno diffusa, che consiste nel contrarre matrimonio con donne appartenenti al proprio gruppo.
Esempi di endogamia vengono dalla società indiana suddivisa in caste (jati) gerarchicamente ordinate e determinate dalla nascita, esteso anche alla sottocaste, caratterizzate da una professione comune o da un credo politico, con lo scopo di determinare, rafforzare e mantenere in vita la separazione tra le diverse caste e a istituzionalizzare i concetti di impurità e purezza. Nel caso di matrimonio misto accade che i trasgressori vengano processati da un tribunale di casta e talvolta espulsi dalla casta, se quello con la casta più alta è il padre, i figli avranno la sua casta, in caso contrario prenderanno la casta più bassa in assoluto, senza tenere conto di quelle dei genitori. Nelle caste endogamiche c’è comunque un principio di esogamia: se è obbligo sposare un pari casta, non deve appartenere allo stesso gotha, cioè i suoi quattro nonni non devono portare gli stessi cognomi dei nonni del coniuge. In altri casi, invece, è più una tendenza, legata a giudizi di valore.
Più diffusa l’esogamia: presso la maggior parte delle società patrilineari, l’esogamia riguarda i parenti da parte del padre e quindi il divieto di contrarre matrimonio loro. In molti casi la consuetudine di cercare una sposa al di fuori del proprio gruppo serve per stemperare o ad annullare la competizione che nascerebbe nel caso in cui i giovani dovessero contendersi le ragazze dello stesso gruppo. L’usanza di sposare i propri nemici diventa un sistema per creare nuove alleanze, ed è possibile avvenga anche uno "scambio di spose", di modo che ci si trovi ad avere sorelle residenti nel gruppo opposto, limitando così la possibilità di scontro. Sotto il profilo demografico presenta alcuni vantaggi culturali e sociali: i gruppi di dimensione ridotta, praticando l’endogamia, si troverebbero, in caso di una serie di nascite maschili, in una situazione di forte disparità tra i sessi che li porterebbe all’estinzione; garantisce quindi un maggiore successo riproduttivo, dando origine a nuove alleanze tra gruppi diversi che a loro volta creano infrastrutture destinate a formare la base di società sempre più complesse e strutturate.

Tratto da IL PRIMO LIBRO DI ANTROPOLOGIA di Elisabetta Pintus
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