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Tecnologia ed energia


Alla fine degli anni Quaranta l’antropologo americano Leslie White espresse una teoria coraggiosa che causò molte polemiche: propose una concezione della cultura quale sistema integrato e dinamico, il cui aspetto più rilevante e determinante era dato dalla tecnologia, l’elemento più forte che segna le differenze tra i diversi gruppi umani, che dipende però sempre dall’energia disponibile, chiave dell’evoluzione di un popolo. I primi sistemi culturali sarebbero stati condannati a rimanere semplici, perché usavano solo l’energia del corpo umano: è dall’evoluzione agricola e poi da quella industriale che determinarono una svolta.
Per tutta l’era fisiocratica le culture, sebbene si modellassero in seguito ai contatti con l’esterno, erano opzioni fornite in gran parte dall’ambiente e dalla storia locale: gli apporti esterni c’erano, ma non erano determinanti se non in caso di violenza. La tecnologia ha moltiplicato gli effetti delle azioni umane, passando da attività di supporto prodotta dall’uomo a partner dinamico, che contribuisce a modificare le motivazioni dell’uomo stesso. Tutti i limiti naturali verranno sovvertiti con la penetrazione della tecnologia e dall’interazione fra scienza e economia. La tecnologia ha quindi imposto un’accelerazione generale dei movimenti sia fisici che culturali, divenendo una lente attraverso cui osservare le relazioni interne ed esterne, umane e ecologiche di una società, con i suoi rapporti di potere, la sua interazione con l’ambiente e con le altre società: questa interazione avviene su 3 livelli:
1) movimento;
2) uso di strumenti per l’attività privata e industriale;
3) abitazione.
Per quanto riguarda i primi due, la costruzione di strumenti ha consentito all’uomo di moltiplicare la propria forza e il proprio raggio d’azione, favorendo anche la circolazione di merci, che implica anche circolazione d’idee e di nuovi spunti per nuove invenzioni. L’ideazione e l’adozione delle macchine industriali hanno rivoluzionato il sistema produttivo e trasformato radicalmente il modello sociale. La concezione del tempo e dello spazio è mutata, separando lo spazio di lavoro da quello domestico e il tempo del lavoro da quello del riposo e della festa (nasce il tempo libero, nel senso che è liberato dal lavoro). La tecnologia, però, è stata soprattutto rivolta alla fabbricazione di armi sempre più robuste ed efficaci: la guerra ha sempre dato  un notevole impulso alla tecnologia.

Tratto da IL PRIMO LIBRO DI ANTROPOLOGIA di Elisabetta Pintus
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