Skip to content

Bricolage di significati


Il problema di tradurre nel proprio linguaggio quelle espressioni culturali che vengono espresse nella cultura dei locali non è solo linguistico, ma anche semiotico e simbolico: bisogna tradurre elementi culturali estranei ai nostri in termini da noi comprensibili. La traduzione richiede lunghi e complessi percorsi retorici e un utilizzo della metafora che restituiscano i significati originali di un concetto in termini a noi più consueti. Tutto ciò si basa però su un presupposto fondamentale, e cioè che esista una sorta di matrice comune che renda possibile tradurre una cultura nei termini di un’altra: ogni sistema culturale si fonda su premesse particolari, diverse le une dalle altre. Esiste in ogni cultura un dispositivo di transitività, dovuto alla capacità che ogni linguaggio possiede di elaborare concetti nuovi, inventandosi nuovi termini e nuove modalità comunicative. I linguaggi sono meccanismi aperti e dinamici, perciò usando adeguatamente il linguaggio è sempre possibile tradurre un concetto da una lingua a un’altra.
L’antropologo quindi smonta le cultura altrui per comprenderne gli elementi fondanti e il punto di vista di chi tali culture le produce e le vive; dispone poi tutti i pezzo del meccanismo per rimontarne il congegno, per cercare di renderlo funzionante: ciò comporta delle perdite e dei sacrifici inevitabili.

Tratto da IL PRIMO LIBRO DI ANTROPOLOGIA di Elisabetta Pintus
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.