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Interpretazioni del benessere in base a dati empirici


L’Istituto nazionale di statistica della Gran Bretagna ha condotto uno studio basato su interviste raccogliendo informazioni sociodemografiche e facendo domande sullo stato di salute e benessere. Le domande sulla salute valutavano la salute “soggettivamente percepita” (es.“ha qualche malattia che dura da tempo?”). Per quanto riguarda gli indicatori di benessere soggettivo, chiedevano di elencare le 5 aree più importanti della loro vita (aree emerse: rapporti con gli altri, tenore di vita,salute propria e altrui, soddisfazione/capacità nel lavoro e vita sociale) poi di metterle in ordine e motivare le risposte. Sulla stessa scala si chiedeva anche una valutazione generale della propria vita. E’ emerso che gli indicatori sociodemografici oggettivi hanno scarso peso sull’autovalutazione no i compii da affrontare globale del proprio benessere.
Altri autori hanno raccolto in un primo momento informazioni sulle aree della vita importanti per loro per poi raccogliere in un questionario quelle menzionate più frequentemente: Quality of Life Scale (QOL) cfr. Flanagan 1982. E’ usata prevalentemente con pazienti affetti da patologie croniche e  le domande indagano aree quali:comodità materiali, salute, rapporti con parenti e amici, apprendimento, lavoro, esprimersi creativamente, indipendenza, socialità ecc.
Un altro gruppo di strumenti dà molto rilievo ad aspetti connessi con gli stati emotivi dei soggetti.
Ad esempio le scale preparate dall’OMS individuano come fattori della qualità della vita:1 salute fisica 2 salute psichica 3 rapporti sociali 4 ambiente, a ciascuno corrispondono una serie di indicatori. Le valutazioni globali date sulla qualità della propria vita appaiono significativamente correlate alcuni tratti di personalità (es estroversione) o condizioni psicopatologiche (es depressione). Il limite sta nel non poter distinguere quale sia la causa e quale l’effetto tra tratto o patologia e percezione della qualità della propria vita (es sono depresso perché non ho una bella vita o viceversa?). Alcuni autori evitano di riferirsi invece a strutture stabili chiedendo al soggetto informazioni circa il suo “stato”, come si è sentito rispetto ad una determinata voce indicata nei quesiti, nelle ultime 2 settimane (General Weel Being Index). Un approccio alternativo consiste nel prendere in considerazione costrutti più specifici e più caratterizzati in senso psicodinamico. Ad esempio uno studio statunitense ha focalizzato i rapporti tra qualità della vita da un lato e “ottimismo disposizionale” (=un’aspettativa che si avranno buoni risultati in importanti aree della vita) e adattamento allo scopo (=strategia di coping consistente nel rinunciare ad obiettivi non conseguibili e capacità di impegnarsi in attività alternative e significative).
In generale gli studi consigliano di fare attenzione al rapporto tra autovalutazione della qualità della vita e caratteristiche personali stabili.

Tratto da I TEST IN PSICOLOGIA di Antonino Cascione
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