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Un partner porta l’altro in terapia


Un secondo elemento, relativo all’analisi della motivazione, riguarda la situazione in cui uno dei partner porta l’altro in terapia. Circa l’80% delle richieste sono avviate dal partner femminile.
Le ragioni per le quali un partner porta l’altro in terapia possono essere diverse:

- Perché il terapeuta possa risolvere il problema di coppia. Questa motivazione è certamente valida, tuttavia viene espressa da uno solo per entrambi: c’è uno che spinge mentre l’altro è spinto, non si può quindi parlare di motivazione congiunta.
- Perché il terapeuta aiuti il partner A a prendersi cura del partner B considerato il paziente designato. E’ pericoloso per la costruzione di una buona relazione terapeutica accettare che una persona porti il partner chiedendo al terapeuta di “guarirlo”.
- Perché il terapeuta aiuti il partner A a separarsi dal partner B.
- Per la sofferenza dei figli in situazioni di grande conflittualità coniugale. Questa motivazione, se fosse condivisa da due coniugi, potrebbe essere considerata un buon punto di partenza; se invece l’uno spinge l’altro, la motivazione risulta comunque parziale e non condivisa.
- Per un eventuale affido dei figli. Questa affermazione è ancora più pericolosa in quanto sembra la premessa di come si creeranno guerre in famiglia.
- Perché il terapeuta venga informato dal partner A del tradimento del partner B e assuma una posizione da giudice. Voler informare il terapeuta per essere aiutati a capire la situazione potrebbe risultare un buon punto di partenza, il guaio è che gli viene implicitamente chiesto di schierarsi con il tradito e in qualche di modo di sanzionare, con la sua competenza, il traditore.
- Perché siamo d’accordo nel voler trovare un miglior clima di coppia. Quando ciò avviene si è già nella condizione in cui la terapia può partire con buone premesse ed avviarsi da subito.
Entrambi i partner sono d’accordo sulla richiesta d’aiuto, ma non sono d’accordo sugli obiettivi.

Raramente i partner arrivano in terapia con una motivazione congiunta e sono d’accordo sulla richiesta d’aiuto e sugli obiettivi terapeutici; generalmente coloro che sono d’accordo su questi livelli sono le coppie che non fanno richieste di terapia e risolvono autonomamente i problemi che si trovano ad affrontare.

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