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Rifiuto come specchio di relazioni integenerazionali distorte


Il rifiuto è la difesa più estrema al timore di non poter ricevere aiuto nel momento delle difficoltà. Allo stesso tempo, più il No è forte e più c’è il desiderio che si trasformi in un Si. Il No assume un valore anticipatorio, lo si dice per primi per non ricevere un rifiuto.
La paura e il rifiuto corrispondono a due posizioni relazionali distorte a livello intergenerazionale:

Inversione dell’accudimento
Se da figli ci si è abituati a rinunciare al proprio bisogno di essere accuditi e a soddisfare, a un qualche livello, i propri bisogni di protezione, difficilmente ci si può permettere di chiedere aiuto ai genitori.

Iperdipendenza e sottomissione nei confronti della famiglia d’origine
La condizione del “figlio cronico” si manifesta quando un adulto non riesce a fare il salto generazionale e resta bloccato nella posizione del figlio in una fase di sviluppo personale, l’età matura, in cui ci si aspetterebbe invece, il raggiungimento di una condizione adulta.
L’ intimidazione intergenerazionale fa parte dello stesso fenomeno: un’intimidazione che arriva dai piani alti e che va ad arrestare la conquista dell’autorevolezza personale che permette a ogni persona di raggiungere la maturità psicologica.
Un ultimo esempio di questa posizione di iperdipendenza e sottomissione è quello del matrimonio adottato, quelle situazioni in cui una persona (generalmente qualcuno che ha effettuato un taglio emotivo con la propria famiglia) si trova compagno/a che ha un’eccessiva dipendenza dalla propria famiglia d’origine.

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