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Hannah Arendt: vita e opere


Hannah Arendt nasce nel 1906 a Hannover (Germania), in una famiglia benestante appartenente alla borghesia ebraica, ma che non aveva legami particolari con il movimento e con le idee sioniste*.
Quando iniziò a frequentare l’università incontrò un giovane docente destinato a diventare uno dei pensatori più importanti del XX secolo: Martin Heidegger; col quale intrattenne un rapporto personale intenso, che la coinvolse sotto diversi aspetti (anche sentimentale) per tutto l’arco della vita.
Dopo l’avvento al potere del nazionalsocialismo e l’inizio delle persecuzioni nei confronti delle comunità ebraiche, Hannah fu costretta ad abbandonare la Germania (1933). Passando per Praga, Genova e Ginevra, giunse e si stabilì a Parigi.
Gli sviluppi storici del secondo conflitto mondiale portarono Hannah Arendt a doversi allontanare anche dal suolo francese: internata nel campo di Gurs dal governo Vichy in quanto “straniera sospetta” e poi rilasciata, dopo varie peripezie, riuscì a salpare dal porto di Lisbona alla volta di New York che raggiunse insieme al coniuge nel 1941 e dove nel 1951 le venne concessa la cittadinanza statunitense.
Nel 1951 pubblica il fondamentale “The origins of Totalitarism” (“le origini del totalitarismo”), frutto di un’accurata indagine storica e filosofica.
Il 4 dicembre 1975 muore a causa di un arresto cardiaco nel suo appartamento di New York.

Tratto da LE ORIGINI DEL TOTALITARISMO di Antonino Cascione
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