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Odin e la relazione tra analisi e teoria

Odin e la relazione tra analisi e teoria




Odin ha individuato quattro principali tipologie di relazione tra l’analisi e la teoria:
1) L’analisi come applicazione, verifica o illustrazione della teoria. Serve per mettere alla prova la teoria, per darle concretezza; l’analista solitamente prima espone le coordinate teoriche entro cui farà muovere il proprio discorso, poi verifica la tenuta di tali coordinate sul piano esemplificativo.
2) L’analisi come approfondimento della teoria. Non è solo in gioco una questione di verifica: il rapporto sapere teorico- sapere procedurale si sbilancia a favore degli esempi pratici, che danno concretezza alla teoria, la specificano, ne tracciano i limiti e le possibilità di funzionamento.
3) L’analisi come messa in questione della teoria. Si parte proprio dalle applicazioni puntuali per mettere in discussione la validità di ciò che può essere stato detto sul piano teorico; queste analisi nascono spesso da un senso di insoddisfazione per il set di strumenti descrittivi a disposizione in un dato momento di una tradizione di studi.
4) L’analisi-teoria. La distinzione tra impulso teorico ed impulso ermeneutica è praticamente impossibile: il discorso analitico è impegnato non a rivedere teorie già enunciate, ma a fare teoria in prima persona. Si tratta di quei casi in cui l’analista oltre a descrivere il meccanismo di funzionamento di un’occorrenza specifica, contemporaneamente, delinea un sistema di regole varie per una categoria di testi più ampia, per un’insieme di esperienze che eccedono l’oggetto considerato.
In ogni caso ciò che è in gioco tra analisi testuale e sapere teorico è un rapporto costruito alla luce del sole; si assiste ad uno scambio di favori, ad una solidarietà reciproca, ad una contestazione enunciata a chiare lettere. L’analisi testuale si da come gesto che non vuole lasciare nell’ombra né le proprie intenzioni applicative nei confronti di un oggetto, né un insieme di saperi che delineano un campo di presenza di enunciati teorici ripresi nel discorso nelle forme della convalida logica, della verifica sperimentale, della critica, ecc.
Ma, se ci spostiamo sul piano delle interpretazioni testuali al piano della forma-recensione, noteremo che il panorama si complica, troveremo legami più sotterranei ma ugualmente importanti, forme di concomitanza meno chiare ma altrettanto determinanti nel delineare un rapporto critica-teoria.
La critica ordinaria denuncia una serie di debiti nei confronti della teoria sia a livello estremamente superficiale che a livello profondo e poco circoscrivibile; ciò che quasi sempre manca è quel livello intermedio che rende subito descrivibile il sistema dei rapporti – come avviene nel caso dell’analisi testuale.
Per il piano più superficiale è chiaro che la critica allude alla teoria, la corteggia, la cita, la plagia di continuo; basta vedere all’opera la tecnica della citazione teorica. Le modalità di citazione teorica possono essere di vario tipo: possiamo avere una citazione riportata e una citazione allusa; può inoltre capitare che i due modelli siano all’opera insieme.

Tratto da CRITICA CINEMATOGRAFICA di Nicola Giuseppe Scelsi
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