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Schiller - L’impulso al gioco: lettera XIV


spirito del gioco come impulso mediatore : riesce a irreggimentare la sensibilità, ma che possa favorire l’unità della persona, dall’altra dovrebbe riuscire a realizzare un ordine, una opera formativa dell’uomo non tale da annichilire la componente sensibile che lo caratterizza, ma da guidarla a un’espressione fertile, vitale.
Istinto del gioco : già Kant conferiva allo spiel un ruolo molto importante. [il gioco libero delle facoltà – intelletto e immaginazione- riesce a creare un giudizio di gusto puro]
Gioco vuol dire almeno due cose :
1) Nell’istinto del gioco le necessità contrapposte (morale e fisica) entrando in gioco contemporaneamente si annullano reciprocamente e generano una libertà fertile per l’esistenza umana;
2) [darà sostegno alla tesi di Gadamer] gioco come sospensione della realtà delle cose nel loro essere cose (esperienza delle cose), che si impongono come oggetti del nostro bisogno ma anche libertà dalle cose in quanto oggetti che noi conosciamo o desideriamo.
Nozione di apparenza distinta dalla realtà che non vuole essere illusione -->l’apparenza è contrapposizione alla realtà, sospensione della realtà che non vuole ingannarci, non vuole provocare una distorsione della nostra immagine della realtà, ma l’abbandono delle coercizioni/vincoli cui le nostre esperienze abituali (che derivano dagli impulsi) ci costringono.
Liberarci dai condizionamenti --> sospendere la realtà di questi condizionamenti.
Apparenza --> concetto ambivalente.
bellezza come forma vivente, lo stato estetico, indeterminazione peculiare dello stato estetico. Verso la differenziazione dell’estetico?

Tratto da ESTETICA di Silvia Lozza
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