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L'ironia dell'immagine - Bergson -




L’ironia, secondo Bergson, consiste nell’enunciare ciò che dovrebbe essere fingendo di credere che sia precisamente ciò che è, mentre Genette afferma che l’ironia funziona come un’antifrasi fattuale nella quale il locutore finge di credere ad una realtà di cui nei fatti si sta prendendo gioco. Ma può l’immagine essere ironica in sé e affermare il contrario di ciò che mostra? Come per la menzogna, sembra difficile ottenere un simile risultato, trattandosi di un mezzo di comunicazione il cui specifico è quello di affermare, se non addirittura di attestare; Metz ne da un buon esempio a proposito di una sequenza de Il vecchio e il nuovo di Ejzenstejn, dicendo, a proposito della sequenza della firma necessaria per la licenza dei trattori, che il film ha voluto scherzare su questa rapidità così improvvisa, e l’ha esagerata ironicamente: ecco l’intenzione, che riguarda l’enunciazione; l’accelerato è all’occorrenza un modalizzatore che indica allo spettatore che ciò che viene mostrato non deve essere preso alla lettera. C’è ancora un’altra categoria di trucchi, visibili per gli uni e invisibili per gli altri, quali i trasparenti o le sovrimpressioni che, per esempio, danno l’impressione che alcuni uomini siano di fronte ad animali giganteschi, come accade in Viaggio al centro della terra.
Al di là di questi procedimenti più o meno visibili, esistono al cinema o in televisione momenti più ambigui, nei quali si finge per gioco, con un intento ironico? Senza dubbio se si prende in considerazione il commento alle immagini la risposta cambia, e ciò per un motivo evidente: a partire dal momento in cui la parola può significare uno scarto riguardo alla realtà mostrata, le condizioni della comunicazione verbale ordinaria si trovano parzialmente ripristinate. È la televisione ad essere il vero terreno della finta ludica. Dal lato di questo polo ludico ci sarebbe da mettere anche l’iperbole, che appartiene a quelle figure per le quali si accetta la realtà trattandola in maniera del tutto ludica: il suo terreno d’elezione è la pubblicità. L’audiovisivo mostra come, accanto alla simulazione ai fini della finzione, esista una finta che si preoccupa molto più di esprimere un giudizio sugli altri facendo ridere che non di raccontare una storia inventata.

Tratto da RAPPORTO TRA REALTÀ E FINZIONE di Nicola Giuseppe Scelsi
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