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I teatri stabili del XVII secolo


XVII secolo i teatri stabili favoriscono lo sviluppo di un libero mercato di cantanti e musicisti --> figura-cardine dell’impresario.
1700-1800: il teatro è luogo privilegiato di incontro della classe dominante (opera, ballo, gioco d’azzardo). La produzione operistica è caratterizzata da una accentuata mobilità del cast. La stagione è al centro della produzione/organizzazione del sistema operistico --> 4 stagioni : carnevale (santo Stefano – martedì grasso), primavera, estate, autunno. Quella di carnevale è la più fruttuosa. Non c’è repertorio, ci sono opere sempre nuove, commissionate e composte in funzione delle caratteristiche del cast vocale ingaggiato. I tempi di produzione sono strettissimi e vincolati al ritmo delle stagioni. L’impresario è manager artistico (seleziona il cast, intuisce i gusti del pubblico, coordina le prove) e dipende dalla classe dominante. Spesso le imprese vanno in fallimento perché i guadagni non coprono le spese.
Contratti : primo strumento di lavoro --> d’appalto (definiti i termini della stagione, questioni economiche, scelta dei cantanti) di scrittura con i cantanti -->ingaggiati singolarmente.
Agente --> curatore e mediatore degli ingaggi degli artisti, anche giornalista teatrale.
Crisi nel 1861 : aumento delle paghe dei cantanti, depressione economica, riduzione dei sussidi pubblici.
1870: fase di espansione (nuovi teatri popolari) e disgregazione (delle stagioni fisse). Passaggio al sistema di repertorio, nascita dell’editoria musicale, legge sul diritto d’autore (1882). La figura dell’impresario cedere il campo a vantaggio di quella dell’editore.
1867: il parlamento annulla ogni sovvenzione ai teatri che vengono passati alla gestione municipale --> il regno d’Italia si disinteressa al settore.

Tratto da ORGANIZZARE MUSICA di Silvia Lozza
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