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Le infrastrutture come mezzo di sviluppo economico

Le infrastrutture come mezzo di sviluppo economico




Economie di agglomerazione o economie esterne offrono dei vantaggi che si concretizzano in forme di risparmio derivanti dalla condivisione degli impianti per i trasporti, dei servizi sociali, dei servizi pubblici, dei mezzi di comunicazione e ecc. Nel loro insieme, quelli appena citati e analoghe installazioni e servizi, necessari per facilitare lo sviluppo economico, tanto industriale quanto di altro genere, vengono chiamati infrastrutture.
Le manifatture just in time (JIT) cercano di ridurre le riserve immagazzinate per il processo produttivo, procurandosi materie prime soltanto al momento di usarle e producendo manufatti al momento di venderli. Il just in time richiede frequenti ordinazioni di contenute quantità di merci, che arrivino secondo un calcolo dei tempi ben preciso e vengano immediatamente impiegate nella fabbrica. Questi processi di manifattura snella, basati sul frequente acquisito dei materiali non appena siano necessari, richiedono consegne rapide da parte di fornitori, che dunque sono incentivati a localizzarsi accanto al compratore.
Nella localizzazione industriale e nelle decisioni di specializzazione, il principio del vantaggio comparato, l’outsourcing e l’offshoring stanno diventando sempre più importanti a livello internazionale. Si tratta di pratiche interconnesse, in quanto ciascuna dipende dal libero commercio e dal flusso di informazioni. Il vantaggio comparato ci dice che aree, e Paesi possono migliorare al massimo le proprie economie e gli standard di vita tramite la specializzazione e il commercio.
Poniamo che due nazioni abbiano bisogno e siano in grado di produrre al proprio interno due prodotti, e assumiamo di non considerare i costi di trasporto. Qualunque sia il costo di produzione di ciascuno dei beni, la nazione A sceglierà di specializzarsi soltanto in uno dei due se guadagnerà più di quanto perda grazie a questa specializzazione e attraverso gli scambi con la nazione B per ottenere l’altro prodotto.
L’outsourcing comporta la produzione di parti o di prodotti all’estero per il consumo interno e ciò ha conseguenze sull’occupazione e sull’economia di zona, non diverse da quelle risultanti dalla fortunata concorrenza di compagnie straniere o da decisioni di localizzazione industriale che favoriscano un settore del Paese rispetto ad altri.
L’offshoring consiste nell’ingaggiare manodopera straniera oppure nell’appaltare un fornitore estero di servizi per conto terzi il controllo e la gestione di particolari processi o operazioni. L’offshoring si propone sempre più spesso come risposta standard a strategie di contenimento delle spese e riflette la drastica diminuzione dei costi di comunicazione, la facilità d’uso di internet e la crescente preparazione di bacini di manodopera straniera.
Le industrie transnazionali (TNC) sono aziende private che hanno insediato filiali operative in nazioni diverse da quelle in cui si trova la casa madre e diventano sempre più importanti nell’economia globalizzata del mondo.

Tratto da I CONCETTI CHIAVE DELLA GEOGRAFIA di Gabriella Galbiati
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