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Oggetto di studio della pedagogia sperimentale


Dal secondo dopoguerra i pedagogisti hanno iniziato ad utilizzare i metodi sperimentali per valutare l’efficacia degli interventi educativi.
Molti studiosi italiani (per es. pedagogia cattolica) negano l’uso di strumenti di misurazione e verifica, come i test di profitto, perché interpretati come intrusione nell’intimo dell’attività spirituale dell’alunno.
Con gli anni la situazione cambia: la ricerca empirica non si è limitata a occuparsi di problemi puramente didattici (come uso di strumenti proiettivi, questionari di atteggiamento: problema di formazione). Le ricerche di pedagogia sperimentale possono avere aspetti tecnico-didattici ma li travalicano per riguardare aspetti come il rapporto scuola-società, ruolo dell’educatore, stili di insegnamento (non deve essere solo tecnologico e riguardare sussidi, procedimenti didattici, particolari organizzativi, ma ripensare criticamente i fini della scuola, la sua funzione nella formazione della persona e della comunità).
La ricerca sperimentale in educazione non coincide più solo con lo studio dei metodi con cui si possono trasmettere forme di sapere e controllarne la ricezione.

Tratto da PEDAGOGIA SPERIMENTALE di Antonella Bastone
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