Skip to content

Come si individuano i ministri di culto


La qualifica di ministro di culto può essere intesa come una scatola vuota che si riempie di contenuti di volta in volta in ragione della confessione religiosa di riferimento. La cost. riconosce in forma chiara il principio di autonomia confessionale tra le cui facoltà va ricompresa quella della libera determinazione circa la propria organizzazione anche con riferimento alle funzioni da attribuire ai fedeli. Dal generale divieto di ingerenza alle nomine non può essere dedotto un generalizzato impegno da parte dello stato a riconoscere come ministri di culto di una confessione religiosa tutti i soggetti da questa ritenuti tali.
Per le confessioni senza intesa, è previsto un apposito procedimento amministrativo di approvazione per i ministri di culto dei culti ammessi.
Ma i ministri approvati non esauriscono l’insieme di tutti i ministri della confessione, vigendo il sistema del riconoscimento incidentale di tutte le confessioni che non abbiano stipulato una intesa. In questo caso gli elementi tenuti in considerazione potranno essere più di uno, fermo restando nella necessità di tenere nella dovuta considerazione quanto stabilito a proposito dei singoli ordinamenti confessionali. Sarà quindi possibile per lo stato non riconoscere la qualifica di ministro di culto ad un soggetto ritenuto tale dalla confessione religiosa di appartenenza mentre non è ipotizzabile che tale qualifica venga attribuita a chi tale non sia nel rispettivo ordinamento confessionale. La qualifica può essere certificata dalla confessione di appartenenza ma in caso di conflitto tra fedele, ministro di culto e confessione, non è configurabile la giurisdizione dello stato.

Tratto da MANUALE BREVE DI DIRITTO ECCLESIASTICO di Filippo Amelotti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.