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Le caratteristiche del Romanticismo - '800 -


Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento si sviluppa il Romanticismo. La cultura romantica cerca la propria identità esasperando la propria diversità e distanza dalla cultura settecentesca, in particolare dall’Illuminismo.
Il termine “romantico” deriva dall’aggettivo romantic, diffusosi in Inghilterra nel XVII secolo per indicare ciò che aveva connessione col romance, cioè la narrazione fantastica, tipica della letteratura medievale, in contrapposizione alla narrazione realistica designata con il termine novel. Perciò “romantico” diviene sinonimo di medievale e gotico. I primi a qualificare romantica la letteratura moderna, che essi contrapponevano, alla classica, furono gli intellettuali raccolti intorno alla rivista “Athenäum”, di cui faceva parte Schlegel, che si pubblicò a Berlino tra il 1798 e il 1800. Questo gruppo, che fu chiamato prima scuola romantica o gruppo di Jena, comprendeva i filosofi Fichte e Schelling e il poeta Novalis. Tra il 1805 e il 1815 si colloca l’esperienza della seconda scuola romantica, che si sviluppò a Heidelberg per opera di Brentano. Il gruppo si segnalò per l’esaltazione della tradizione germanica, in un clima influenzato da idee nazionaliste. Intanto in Inghilterra era comparsa nel 1800 la seconda edizione della Lyrics Ballads dei due poeti Wordsworth e Coleridge, che recava una prefazione considerata il manifesto della poesia romantica inglese. Anche nel Romanticismo inglese si suole indicare una seconda generazione che ha i suoi maggiori rappresentanti in Byron, Shelley e Keats. La conoscenza e la propagazione delle posizioni romantiche fu assai differente nei vari paesi europei, tanto che è più corretto parlare di romanticismi più che di un solo Romanticismo. In Francia la penetrazione della nuova cultura subì ritardi anche per il perdurare di un gusto classicista. Fu Madame de Staël a contribuire in maniera determinante alla diffusione in Europa delle idee romantiche del gruppo di Jena. Il manifesto del Romanticismo francese è indicato nella prefazione del dramma Cromwell di Victor Hugo.
Dopo i primi anni del XIX secolo, la cultura romantica si diffuse in Europa. “Romantico” significò e fece tutt’uno con patriota. La rivincita della poesia sulla scienza, l’esaltazione degli spiriti liberi, la violenta esplosione delle individualità, il disprezzo per le vecchie regole che pretendevano di ingabbiare l’espressione dell’arte moderna, la riscoperta dell’importanza e della forza dei legami fra intellettuali e popolo di appartenenza furono le parole chiave per i romantici.
I romantici inoltre, riferendosi a sentimento e ragione, indicano due sfere diverse e in conflitto tra loro. Il sentimento dei romantici è un autonomo valore dello spirito e dell’animo individuale e, in quanto tale, valore assoluto e incontrastabile. Attraverso di esso l’individuo manifesta se stesso e si pone in rapporto con gli altri. Il sentimento è visto come il campo di espressione della libertà assoluta, oggetto per eccellenza della creazione artistica, e tende a manifestarsi come passione inimitabile, ribellione alle convenzioni e alle regole; mentre la ragione rappresenta l’ordine, la convenzione e la legge. Da sottolineare il conflitto tra letterato e scienziato. Lo scrittore e il poeta non solo rinunciavano alla visione scientifica, ma la rinnegavano, definendola arida e fredda, troppo legata all’osservazione quantitativa dei fenomeni e, in definitiva, incapace di originare una vera conoscenza. La verità è raggiungibile attraverso l’intuizione e la sensibilità. Si definì questa capacità di entrare in consonanza con ciò che circonda l’uomo sentimento della natura. Un termine fondamentale per tale movimento è quello del genio, che nel secolo precedente aveva indicato il carattere distintivo di realtà collettive e sociali, divenne sinonimo di individuo eccezionale, dotato di qualità e capacità che lo distinguono dagli altri. Ciò determina il distacco dall’ambito sociale e quindi il destino di solitudine. Il genio precorre i tempi, vede più lontano degli esseri comuni, perciò rimane incompreso e tende ad affidare la giusta valutazione delle sue opere ai posteri. Per i romantici l’arte è un’attività creativa e conoscitiva. In questa definizione sono racchiuse le due anime dell’arte romantica: una tesi a descrivere la realtà per conoscerla, e l’altra proiettata verso il superamento dei confini dell’umano, verso la creazione di immagini e sensazioni che non rientrano nella comune esperienza. Si può quindi parlare di un romanticismo realistico contrapposto a un romanticismo fantastico, senza negare l’esistenza di continue connessioni e scambi tra l’uno e l’altro.

Tratto da CONTRORIFORMA E SECONDO 800 IN LETTERATURA di Gabriella Galbiati
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