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Crisi della coscienza europea


Questo primo momento (definito da Paul Hazard) si colloca tra il 1680 e 1715 quando molti mutamenti dello spirito pubblico europeo portano a una revisione dello stato assoluto e delle sue basi autoritative. Una cultura di evasione con viaggi reali o immaginari e la passione per la storia dei popoli antichi pongono in crisi la cronologia seicentesca.
L’Inghilterra, con il trionfo della Monarchia costituzionale e parlamentare di Guglielmo D’Orange attira l’interesse di chi rimette in causa le basi del conoscere, del credere, del conoscere e del vive con una revisione critica che è l’opposto del principio dell’autorità proprio dell’assolutismo.
L’Olanda diventa nazione di riferimento e riunione di tutti gli spiriti liberi d’Europa. Espulsi da i propri stati in quanto eretici o ribelli alla scelta religiosa del sovrano, rivendicano l’autonomia delle leggi morali da ogni trascendenza

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