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Giochi di collaborazione e giochi di coordinamento


Tra i vari tipi di situazione caratterizzati da preferenze miste, l’attenzione degli istituzionalisti si è concentrata su due gruppi:
1. i giochi di collaborazione: gli stati traggono maggiore vantaggio da un esito in cui tutti cooperano rispetto a un esito in cui nessuno coopera cioè in cui tutti defezionano. Questo interesse comune alla cooperazione non è però sufficiente a garantire un esito cooperativo. In molte situazioni uno stato può sì trarre vantaggio dalla cooperazione reciproca ma un vantaggio anche maggiore da un esito in cui gli altri cooperano mentre esso stesso defeziona. Situazioni di questo tipo sono esemplificate nel gioco del dilemma del prigioniero (pag 113), l’interesse individuale a defezionare di regola prevale sull’interesse comune a cooperare.
2. i giochi di coordinamento: c’è una tensione tra obiettivi individuali e collettivi. In queste situazioni gli stati hanno un interesse comune a raggiungere un accordo ma un conflitto d’interessi rispetto ai termini dell’accordo stesso. La cooperazione è preferita alla mancanza di cooperazione ma diverse forme di cooperazione sono possibili e i partecipanti non preferiscono tutti la stessa soluzione. I giochi di coordinamento richiedono un processo negoziale attraverso il quale gli stati identificano una soluzione di compromesso. Ma anche in questo caso l’interesse individuale a raggiungere l’accordo preferito può prevalere sull’interesse comune a raggiungere un accordo qualsiasi. Questo accade perché allo scopo di ottenere una distribuzione dei benefici che sia più vantaggiosa possibile i negoziatori usano tattiche che aumentano il rischio che il negoziato fallisca. Tra queste tattiche le più comuni sono i bluff e rifiutare le proposte che in realtà sarebbero preferite alla mancanza di un accordo.

Sia i giochi di cooperazione che quelli di collaborazione combinano incentivi a cooperare con incentivi a scegliere comportamenti non cooperativi. Una differenza fondamentale tra i due tipi di giochi è che, una volta stabiliti i termini dell’accordo, nei giochi di coordinamento i partecipanti non hanno un interesse a violare i termini dell’accordo mentre nei giochi di collaborazione i partecipanti trarrebbero un vantaggio della defezione unilaterale che rimane sempre un rischio concreto.
Secondo gli istituzionalisti alla base dei problemi finora considerati si trova un deficit di informazione. Se gli stati in situazioni di collaborazione possedessero una informazione perfetta sul rischio di defezione ex ante e sull’effettiva defezione ex post, potrebbero sviluppare meccanismi di deterrenza e sanzione efficienti a consentire un alto livello di cooperazione. Le istituzioni internazionali possono facilitare la cooperazione tra stati perché aumentano la quantità e la qualità dell’informazione disponibile. Per gli istituzionalisti l’informazione nel sistema internazionale non è sempre bassa ma è una variabile che può essere modificata dagli stati attraverso la creazione di istituzioni internazionali.

Gli istituzionalisti razionalisti hanno un orientamento positivista rispetto al metodo delle relazioni internazionali e quindi ritengono la propria teoria valida nella misura in cui è applicabile a studi empirici. Gli studi empirici ispirati all’istituzionalismo sono di due tipi
1. il primo tipo mostra che i governi creano le istituzioni per le ragioni indicate dalla teoria cioè per via dei benefici attesi in termini di attuazione degli accordi e facilitazione della distribuzione dei benefici dell’azione collettiva. In questi studi le scelte degli stati sono la variabile indipendente e le istituzioni la variabile dipendente.
2. il secondo tipo mostra se le istituzioni hanno gli effetti attesi sul comportamento degli stati. In questi studi le istituzioni sono la variabile indipendente e le scelte degli stati la variabile dipendente.

Tratto da RELAZIONI INTERNAZIONALI di Filippo Amelotti
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