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San Geminiano a Modena


Venne innalzata a partire dal 1099 e fu consacrata nel 1184. Presenta una semplice pianta basilicale, priva di transetto, ripartita in 3 navate che terminano con altrettante absidi semicilindriche. Anche la cripta è a 3 navate, a loro volta divise da 60 colonnine con capitelli della fine del XI sec. Sopra di esse si estende per tutta la superficie l’alto presbiterio, anteriormente delimitao dal pontile. Questo consiste in un divisorio sopraelevato, sostenuto da sei colonne e decorato da parapetti con rilievi in pietra. Le 5 campate rettangolari della navata centrale sono delimitate da 8 massicci pilastri a fascio, sui quali si impostano le volte a crociera a sesto acuto che sostituirono l’originaria copertura a capriate lignee. Ai pilastri si alternano 8 colonne, 4 per lato, sormontate da archi in laterizio a tutto sesto. Esse hanno la funzione di sorreggere il sovrastante matroneo, che nn è praticabile, in quanto privo di pavimento. L’affaccio del matroneo sulla navata è risolto con una serie ripetuta di trifore, a loro volta inquadrate entro un arco cieco a tutto sesto. Il motivo del triforio è proiettato e ritmicamente ripetuto anche all’esterno dell’edificio: lungo le pareti laterali, nella zona absidale e nella facciata. Questa, costruita in pietra veronese, presenta un paramento con inserti di pietre e marmi romani rinvenuti nel corso degli scavi di fondazione. Il portale maggiore è protetto da un protiro ( piccolo atrio a pianta quadrangolare, coperto generalmente a volta, posto a protezione dell’ingresso di 1 chiesa), retto da due leoni stilofori, ank’essi di epoca romana. La facciata è a salienti in quanto le falde del tetto risultano inclinate secondo linee oblique che, risalendo lungo il bordo delle navate, ne mettono in rilievo la forma e le dimensioni interne. A ciò contribuiscono anche i 2 massicci contrafforti ai lati dell’ingresso principale: la loro presenza replica verso l’esterno la tripartizione delle navate. Questa è la caratteristica principale di questa chiesa: il continuo rimando tra interno ed esterno. Il suo costruttore è Lanfranco, in collaborazione con Wiligelmo: questo dimostra che ogni cosa è stata accuratamente pensata e ideata, senza lasciare spazio alle iniziative d muratori e scalpellini.

Tratto da ITINERARIO NELL’ARTE di Elisabetta Pintus
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