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Donatello: Il Banchetto di Erode


In esso l’artista pone ogni cura sia nella rappresentazione prospettica sia nella composizione dei personaggi. La scena mostra, in primo piano a sinistra, un servo inginocchiato che offre a erode la testa mozza di San Giovanni Battista. Il vecchio sovrano, che pur ne aveva comandato la decapitazione, è rappresentato nell’atto di ritrarsi, quasi disgustato dalla vista. Anche gli altri partecipanti al banchetto s ritraggono, agghiacciati dalla crudele esecuzione di quell’innocente e, in tal modo, viene a crearsi un vuoto al centro della composizione. Questo arteficio crea un senso di profondità e di realismo. Il geometrico succedersi degli archi dello sfondo, grazie all’uso graduale dello stiacciato e all’impiego di un secondo e più elevato punto di fuga prospettico, contribuisce a dare ulteriore risalto alla scena. A tale esito contribuisce anche l’incidenza della luce. Questa, in relazione alle varie tecniche di modellazione, disegna un gioco intenso di luci e di ombre. Il racconto, così, assume aspetti di drammatico realismo e l’allegro banchetto sfociato in turpe delitto diventa quasi un atto di accusa contro la superficialità umana.

Tratto da ITINERARIO NELL’ARTE di Elisabetta Pintus
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