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Spagna e Portogallo nel '400


Fin dal primo '400 ci sono i presupposti per le esplorazioni transoceaniche. Spagna e Portogallo hanno fattori che preparano il terreno alle esplorazioni come quelli economico-organizzativi, tecnologici e lo sviluppo della teoria e strumenti geografici.
Il Portogallo conta sulla disponibilità di capitali di mercanti italiani. Ma anche in Andalusia sorgono fondazioni commerciali.
A metà XV secolo è pronta la base tecnologica per l’esplorazione: la caravella che può navigare lontano dalle coste e rimanere in mare più a lungo. C’è lo sviluppo della teoria e delle tecniche geografiche.
Viene vista la mappa tolemaica del mondo che mostra che le navi possono navigare tranquillamente tra l’Africa e le Indie (Malesia, Indie orientali, China).
La Spagna possiede la bussola

L’espansione portoghese: nella seconda metà del 400 volevano circumnavigare l’Africa per raggiungere l’oceano Indiano e l’Asia e controllare il traffico delle spezie. 1445 avevano scoperto Capo Verde. Negli anni 70 esplorano la Guinea, attraversano il Congo, raggiungono l’Africa sudoccidentale. Nel 1487 Bartolomeo Diaz doppia la punta mediorientale del continente che prende il nome di Capo di Buona Speranza.
L’esplorazione africana consentì di sfruttare risorse quali gli schiavi, l’oro della Guinea, l’avorio, il cotone, lo zucchero, il pepe di Madera.
Per giustificare la conquista delle terre e l’assoggettamento delle popolazioni africane i giuristi inventarono la formula terra nullius , cioè una terra non sottoposta a nessuna signoria, abitata da selvaggi senza ordinamento né leggi civili. Di qui la possibilità di imporre la signoria portoghese.
L’impero portoghese aveva due limiti: difficoltà di gestire le risorse commerciali e coloniali e la dipendenza dai mercanti stranieri, soprattutto italiani.

L’espansione spagnola: prima di Colombo ci fu l’occupazione castigliana delle Canarie che fu portata a termine tra il 1477 e il 79, anno del trattato di Alcaçovas tra Spagna e Portogallo: il Portogallo riconosceva i diritti castigliani sulle Canarie e la Spagna riconosceva i diritti portoghesi sulle altre isole dell’Atlantico e sulle coste africane a sud di capo Bojador. Il principio che giustificava l’occupazione dei territori era la fede, la guerra contro gli infedeli.

Il Portogallo era riuscito grazie a Giovanni II (1481-95) a rafforzare l’autorità statale, a reprimere le spinte della grande nobiltà, a sfruttare le risorse d’oltremare. L’interesse portoghese era orientato verso l’India mentre la Spagna voleva completare la reconquista.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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