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Il primo direttorio 1795-97


Le elezioni del 1795 furono favorevoli a monarchici ma al direttorio, cioè al potere esecutivo, gli ex convenzionali che per il decreto dei due terzi risultarono la maggioranza nei consigli riuscirono a imporre 5 personalità che avevano votato la condanna a morte di Luigi.
La crisi, i problemi di liquidità finanziaria, la guerra, la divisione del paese condizionarono la politica del direttorio tra il 1795 e il 1797.
Nell’inverno del 1795-96 Babeuf, giornalista e Buonarroti diedero vita a una congiura contro il direttorio detta congiura degli eguali. La dottrina politico-sociale detta babuvismo prevedeva l’uguaglianza dei salari, l’abolizione della proprietà privata, il controllo sulla distribuzione del reddito, la soppressione dell’eredità e l’educazione comune. Predicava il comunismo dei beni. Sul piano pratico il movimento non sortì alcun effetto e la congiura fu scoperta. Babeuf condannato a morte e Buonarroti deportato.
Tra il 1796 e il 97 la crisi finanziaria investì la Francia. Rilevanti successi ottenne invece il direttorio nella politica internazionale: nel 1795 stipulò il trattato di Basilea con la Prussia e dell’Aja con l’Olanda. La Prussia aveva riconosciuto il passaggio alla Francia della riva sinistra del Reno, l’Olanda aveva dovuto accettare l’occupazione francese del suo territorio e la sua trasformazione istituzionale in repubblica democratica. La Spagna che aveva aderito al trattato di Basilea aveva dovuto cedere una parte del suo possedimento di Santo Domingo alla Francia. Nel 1796 solo l’Inghilterra e l’Impero asburgico restavano in armi: la prima preoccupata delle mire espansionistiche francesi in Belgio e Olanda, la seconda colpita dall’esecuzione capitale di Maria Antonietta figlia dell’imperator Francesco I e Maria Teresa d’Austria.
Tre armate furono lanciate contro l’Impero asburgico: la prima in Europa occidentale, la seconda sul confine con la Svizzera, la terza in Italia.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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