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La spedizione di Carlo VIII e la fine dell’indipendenza del regno di Napoli


La spedizione di Carlo VIII (1483-98) in Italia fu rapida e facile. Fu Favorita da un principe italiano, Ludovico Sforza detto il Moro: nel Ducato di Milano, dopo l’uccisione di Galeazzo Maria Sforza, i poteri furono assunti dal figlio Gian Galeazzo ma di fatto governò lo zio Ludovico Sforza che nel 1494 fece assassinare il nipote e si proclamò duca. Il governo di Ludovico era instabile a causa: della non legittimità del suo potere e quindi le tensioni provocate dalle spinte legittimiste; le mire degli Aragonesi sul ducato (Gian Galeazzo aveva sposato la figlia del re di Napoli, Ferrante d’Aragona); la necessità del Moro di stringere un’alleanza con il sovrano di una potenza straniera anche per consolidare il suo potere di principe territoriale nell’area padana. Per questo e per far fronte alla minaccia aragonese, il Moro chiamò in soccorso Carlo VIII e lo invitò a far valere aspirazioni angioine sul regno di Napoli.
Carlo VIII si garantì la neutralità dell’Inghilterra e della Spagna (con la concessione di due passi pirenaici) e dell’impero asburgico (con la rinuncia di Carlo ai feudi imperiali della Franca Contea e dell’Artois).
L’identità del paese come nazione patria era completamente assente, anzi c’era una forte fazione aristocratica filofrancese e antiaragonese.
Carlo VIII poteva contare sull’apparato militare più sviluppato d’Europa.
Nell’agosto 1494 Carlo VIII era ad Asti. Poi i francesi entrarono a Firenze. Piero de Medici, successore di Lorenzo il magnifico con un atteggiamento di soggezione di fronte a Carlo provocò la ribellione dei fiorentini che lo cacciarono e proclamarono la repubblica.
Poi Carlo entra a Roma
A Napoli, dopo la morte di Ferrante d’Aragona nel 1494, il figlio Alfonso aveva provveduto a contrastare i progetti francesi di invasione. Nel 1495 Alfonso abdicava a favore del figlio Ferdinando.
All’inizio del 1495 Carlo entra a Napoli con l’appoggio dei patrizi napoletani e dei baroni feudali. Il sovrano francese ebbe poco tempo per svolgere a Napoli una vera e propria azione di governo
A Venezia nello stesso anno fu firmata un’alleanza antifrancese da Venezia, Ludovico il Moro, papa Alessandro VI, Massimiliano d’Asburgo, Ferdinando II d’Aragona (che era dovuto fuggire da Napoli) e i Re Cattolici.
Nel luglio del 1495 Ferdinando II d’Aragona riacquistò il Regno di Napoli. Poi a ottobre morì. Erede al trono era lo zio Federico.
1497 c’è una tregua tra Francia, Spagna e stati italiani.
1498 Carlo morì. Il successore, Luigi XII d’Orleans nel 1499 conquistò Milano grazie agli accordi stabiliti con Venezia e papa Alessandro VI Borgia.
1500 col trattato di Granada ci fu un’intesa tra Francia e Spagna e il Regno di Napoli fu spartito tra le due. La metà settentrionale, inclusa la capitale a Luigi XII e l’altra metà a Ferdinando il Cattolico. Ma gli interessi spagnoli e quelli francesi non potevano convivere e  l’equilibrio era quindi precario. Inoltre per Ferdinando, Napoli era troppo importante.
1503 il regno di Napoli fu interamente conquistato dalle truppe italospagnole. Era l’inizio di una lunga dominazione straniera nel mezzogiorno durata sino al 1707.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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