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Geografia politica dell’Italia non spagnola nel 1500


Ducato di Savoia. Consolidò la sua autonomia territoriale e politica dopo la pace di Cateau Cambresis grazie a Emanuele Filiberto. Sotto questo sovrano e il suo successore, Carlo Emanuele I, si definirono la linea di politica internazionale e la vocazione espansiva verso l’Italia dei Savoia. Il problema principale per i Savoia furono inizialmente le relazioni con la Francia che in Piemonte conservava il marchesato di Saluzzo e alcune piazze forti in funzione antispagnola. Era decisiva l’alleanza con la Spagna e l creazione di un esercito locale. Emanuele Filiberto spostò poi il baricentro del suo stato dalla Savoia verso l’Italia da Cambrì a Torino. Carlo Emanuele I sfruttò il periodo critico della Francia nelle guerre di religione occupando il marchesato di Saluzzo, riconosciuto ai Savoia in cambio della cessione alla Francia di alcune terre oltre il Rodano. Il ducato di Savoia era quindi l’unico stato italiano dotato di una relativa autonomia e capace di svolgere una politica di potenza nella penisola.
La repubblica di Genova. A Genova e ai suoi banchieri la Spagna affidò funzioni importanti per lo sviluppo della sua potenza imperiale: il prestito di capitali; il controllo delle comunicazioni marittime nell’area imperiale; i trasferimenti di denaro da un capo all’altro dei suoi domini. In cambio Genova potenzia la sua flotta e le infrastrutture del porto. Con la pace di Cateau Cambresis ottenne la restituzione della Corsica ma l’isola fu causa di destabilizzazione per la vita della repubblica in quanto interessava troppo alla Francia.
Repubblica di Venezia. Doveva far fronte per la sua posizione geopolitica sia alla potenza spagnola che all’Austria. Da un lato l’alleanza con la Spagna per proteggere dai turchi i suoi possedimenti in oriente, non fondata sul rapporto di subalternità agli Asburgo ma sulla reciprocità e sulla consapevolezza che Spagna e Venezia avevano bisogno l’una dell’altra per la difesa del mediterraneo; dall’altro lato l’espansione territoriale sulla terra ferma e l’affermazione di un solido stato regionale. Fino a Lepanto fu la prima linea direttrice a prevalere nelle scelte della serenissima. Venezia perse la colonia di Cipro ma recò un contributo militare di primo piano alla vittoria di Lepanto.  Lo spostamento del baricentro dell’economia dal mediterraneo all’atlantico e la concorrenza di più grandi potenze nello stesso mediterraneo spinsero Venezia a concentrare i suoi interessi sul consolidamento di uno stato regionale nell’Adriatico che si estendeva dalle Alpi a gran parte del Veneto, all’Istria, alla Dalmazia, alla costa slava
Ducato di Toscana. L’alleanza con la Spagna fu fondamentale per l’espansione e il consolidamento territoriale del ducato elevato al titolo di gran ducato dal papa Pio V. grazie all’aiuto spagnolo, Cosimo I conquistò la repubblica di Siena nel 1565, conquista importantissima per l’economia fiorentina. I conti con la Spagna la Toscana doveva farli anche per motivi geopolitici, infatti la Spagna penetrava nel cuore del gran ducato attraverso lo stato dei Presidi (isola d’Elba, Piombino, Orbetello, Porto Ercole, Porto Santo Stefano, Talamone), che significava guarnigioni militari spagnole sul litorale tirrenico.
Lo stato Pontificio. Riuscì a unificare sotto il potere del sovrano-pontefice una molteplicità di territori che erano appartenuti a piccole signorie locali e a costituire una forte realtà politica nell’Italia centrale. Il processo cominciò tra 300 e 400 e proseguì tra il 1500 e il 1600: il Marchesato di Ferrara, il ducato di Urbino, il ducato di Castro e Ronciglione entrarono a far parte dello stato della chiesa.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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