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L’evoluzione del mondo islamico nel 1500: Cina, Giappone e India


La Cina
Nella seconda metà del 1300 dopo la cacciata dei Mongoli ci fu la dinastia dei Ming che resse il paese sino al 1644. Nel XV secolo ci fu per la Cina un consolidamento territoriale (annessione del Vietnam ed estensione dei confini) e una stabilizzazione interna attraverso l’affermazione del potere centralizzato della monarchia e dello sviluppo economico e commerciale. Nel corso del XVI secolo le regioni settentrionali videro lo sviluppo di un’economia mercantile urbana mentre il riso divenne la principale coltura delle regioni meridionali. La società cinese nell’ultimo periodo Ming aveva al vertice della gerarchia sociale la ricca aristocrazia fondiaria; seguiva una classe di funzionari e intellettuali. Il rapporto tra i due settori era assai stretto.

Il Giappone
Il feudalesimo giapponese era differente dal quello europeo. Prima di tutto la feudalizzazione era più estesa. Inoltre il legame personale tra signore e vassallo era più forte del legame economico del vassallo con la terra; infine il vassallaggio aveva un carattere sacro e familiare. Nella seconda metà del 500 iniziò per il Giappone il periodo senza shogun, una fase in cui il paese fu governato da potenti capi militari e condotto da alcune prime riunificazioni. A inizio 600 inizia poi il lungo shogunato Toku Gawa, una particolare formazione statale e sociale che durerà in Giappone sino al 1868. Al vertice c’era l’imperatore che non esercitava direttamente il potere in quanto il potere reale era esercitato dallo shogun che possedeva un quarto delle terre coltivate del paese. Le gerarchie sociali chiuse garantivano la stabilità delle distinzioni di classe tra cui i Samurai, i contadini, i commercianti.

L’India
Nella seconda metà del 1500 grazie al re Ak bar si forma nell’India settentrionale l’impero Mogol. Il fondamento di questo stato era militare: ogni funzionario era membro dell’esercito; Al vertice dello stato c’era l’imperatore; non si formarono né un’aristocrazia terriera, né una burocrazia ereditaria; le assegnazioni di terra come ricompensa per  i servizi burocratici e militari furono sostituite dal denaro. L’impero era diviso in province rette da un vicerè. Il sistema delle caste rese quasi superflua in India la centralizzazione del potere. Questo sistema organizzava la popolazione in gruppi militari ed endogamici: in essi i maschi svolgevano, tramandandola di padre in figlio, lo stesso tipo di funzione sociale (sacerdote, guerriero, artigiano…). Forti pregiudizi religiosi contribuivano a dividere e a gerarchizzare ulteriormente la società.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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