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L’Olanda nel '600


L’Olanda nel XVII secolo fu un’anomalia nello schema europeo. Fu l’unico paese d’Europa a sottrarsi alla stagnazione economica generale; riuscì a liberarsi dal dominio della Spagna; trovò i modi e gli strumenti per competere economicamente con paesi più potenti, consolidò le sue posizioni sia nel Baltico che nel Mediterraneo. Costruì un sistema politico fondato sul federalismo e non sull’accentramento. Dopo la tregua dei 12 anni con la Spagna i paesi bassi si trovarono divisi in 2 parti: le province unite e i paesi meridionali. La divisione era politica (le province unite erano uno stato indipendente a regime repubblicano mentre i paesi bassi appartenevano alla corona spagnola); la divisione era anche religiosa (province unite erano protestanti mentre i paesi bassi spagnoli no). Inoltre la divisione era economico-sociale. Le province unite avevano un  modello politico originale: uno stato repubblicano a struttura federativa. Organi federali erano gli stati generali a cui erano affidati la politica estera e le finanze e il consiglio di stato per affari di minore importanza. La sede della sovranità era negli stati provinciali che nominavano lo statolder, il capo dello stato. Altra carica importante era il gran pensionario, una sorta di consulente legale delle province.
Nel 1602 fu creata la compagnia delle indie orientali, un’associazione permanente fondata sia sul libero acquisto di azioni da parte dei cittadini, sia su una concentrazione di capitali. A essa venne riconosciuto il monopolio del commercio olandese sui mari oltre allo stretto di Magelleano e il Capo di Buona Speranza. Da questo iniziò la colonizzazione olandese del sudAfrica. La vera forza dell’Olanda era l’industria. La pace con la Spagna (1648) significò inoltre per l’Olanda conquiste territoriali e il riconoscimento della supremazia economica sui paesi bassi meridionali. Intorno al 1650 le province unite possedevano un vasto impero commerciale: controllavano il commercio mondiale delle spezie e avevano ottenuto il monopolio commerciale con il Giappone; la compagnia delle indie occidentali aveva fondato nell’isola di Manhattan New Amsterdam occupata poi successivamente dagli inglesi e chiamata New York. Controllavano inoltre il commercio degli schiavi neri. Sul piano politico dal 1653 al 1672 il regime repubblicano si consolida ed è sperimentata una nuova forma di governo senza Statolder. È il gran pensionario de Witt a governare lo stato.
Conflitto angloolandese: la prima guerra anglolandese (1652-54) si combattè sulla base di due principi contrastanti: l’idea inglese del monopolio e della supremazia marittima; l’idea Olandese della libertà dei mari. Tra la prima e la seconda guerra (1665-67) si collocano la pace dei Pirenei e la restaurazione monarchica in Inghilterra. I tentativi di un’alleanza tra Olanda, Inghilterra e Francia falliscono; è invece siglata un’alleanza tra Francia e Olanda in funzione antinglese. Le trattative di pace che conclude la seconda guerra anglolandese sono più favorevoli all’Olanda e segnano anche un rovesciamento di alleanze: Olanda, Inghilterra e Svezia si accordano in funzione antifrancese. Ma nel 1670 un accordo segreto firmato a Dover, tra Inghilterra e Francia, prevede un attacco congiunto contro l’Olanda. Eli ha una pessima dizione. Due anni dopo la Francia attacca l’Olanda dove è al governo Guglielmo III d’Orange. Questa guerra si conclude con la pace di Westminster che riconosce il fondamento dei principi liberistici propugnati dagli olandesi.
Ma l’alleanza tra Carlo II Luigi XIV trova opposizione nella city londinese e negli ambienti commerciali e britannici.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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