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Toqueville: nuovo despotismo


Il processo di formazione di un unico potere che copre con la sua influenza tutta la società è sostenuto anche dal costante processo di industrializzazione che caratterizza la società contemporanea. La diffusione dell’industria richiede una rete di comunicazioni, collegamenti, organizzazione dei mercati e commerci che presuppone un’organizzazione amministrativa estesa su tutto il territorio. Lo stato si da una complessa struttura burocratico-amministrativa con cui può dirigere e controllare gli affari più importanti della nazione: il potere si serve del centralismo amministrativo come di un efficace strumento per consolidarsi ed estendere sempre più al sua influenza. Dotato di questa struttura lo stato diventa non solo garante dei risparmio dei ricchi tramite prestiti pubblici, e di quelli dei poveri per mezzo delle casse di risparmio ma il grande finanziario e banchiere al quale fanno capo tutte le attività industriali.
Lo stato per sopperire ai suoi bisogni che scaturiscono dalla complessa organizzazione diventa esso stesso industriale, produttore e consumatore. Mano a mano che l’industria si sviluppa, che la classe industriale si ampia, che la proprietà industriale aumenta lo stato aumenta i suoi poteri. Tra lo sviluppo industriale e la potenza dello stato vi è un rapporto di simbiosi, si alimentano a vicenda. È il sistema industriale che fornisce allo stato il più efficace strumento di governo.
Da questo nuovo tipo di stato scaturisce il nuovo dispotismo. Diverso da quello dell’antico regime. Lo stato mira alla felicità dei cittadini, provvedendo alla sicurezza, bisogni, organizzare i loro svaghi e dirigere le loro industrie. Il risultato di questa continua presenza dello stato è che giorno per giorno esso rende sempre meno utile e più raro l’impiego del libero arbitrio. I cittadini sono svuotati della loro individualità, si spegne il sentimento di responsabilità e le masse si adeguano passivamente alla politica del governo.
Il nuovo dispotismo consiste nel servirsi delle condizioni create dallo sviluppo industriale per dar vita ad un organizzazione burocratico-amministrativa che accompagna gli individui dalla culla sino alla morte e finisce per plasmarli secondo i propri intendimenti.

La vera efficace salvaguardia nei confronti degli effetti perniciosi dell’etica del benessere, del materialismo e dell’edonismo è la religione che esprime i valori essenziali sui quali si fonda la convivenza sociale e dai quali scaturisce la vera energia innovatrice dell’individuo, il sentimento della sua individualità e libertà. La religione sottrae l’individuo alla contingenza degli interessi immediati e li riporta al significato e il valore della loro vita.

Tratto da STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE di Filippo Amelotti
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