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Rosmini 1797 – 1855: pensiero politico


Scrive: filosofia della politica, naturale costituzione della società civile, filosofia del diritto, comunismo e socialismo.
Esamina nei suoi scritti i problemi centrali della società del suo tempo, come l’ordinamento politico-costituzionale, il modello di sviluppo economico, le tensioni e i conflitti sociali.

Il fine della società politica è l’appagamento degli individui che la formano e la realizzazione del bene di ogni individuo e non quello morale che è universale. Tutta l’attività che si svolge nella società scaturisce dagli animi e dai desideri degli uomini.
Le cose materiali non sono altro che mezzi con cui acquietare i desideri dell’anima.
Le società politiche sono caratterizzate da un continuo movimento nel senso che oscillano tra un limite inferiore e uno superiore. Raggiunto il primo la società si disarticola e non sussiste più come entità reale ma si suddivide negli aggregati sociali che la formano; il secondo è il livello della loro intrinseca perfezione che non riesce mai a conseguire. Nelle società possono esserci due elementi, uno di progresso e uno di regresso. Per intendere i motivi per cui le società progrediscono e regrediscono ricorre ai concetti di sostanza e accidente nel senso cioè che nella società c’è ciò che attiene alla sua esistenza, alla sua vita cioè la sostanza, e ciò che invece si riferisce al suo perfezionamento cioè l’accidente. Le due regole fondamentali della politica quindi sono:
1. conservare e fortificare ciò che costituisce l’esistenza o la sostanza della società
2. non ricercare perfezionamenti a scapito di ciò che è sostanziale. Non bisogna commettere l’errore di scambiare il sostanziale con l’accidentale.

Tratto da STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE di Filippo Amelotti
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