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Saint Simon: analisi della rivoluzione francese


Dopo il 1814 si voleva individuare le origini, le cause e i veri scopi della Rivoluzione francese: le lotti tra partiti e i conflitti politici erano la prosecuzione della rivoluzione.
Bisognava ricostruire il cammino della civiltà mediante lo studio del passato per individuare le forze la cui influenza è divenuta preponderante. Si voleva capire come si è arrivati all’attuazione di un determinato ordine sociale.
L’Europa moderna si fonda nel medioevo. Il sistema teologico-feudale si forma con la forza militare tenuta dall’aristocrazia e sul potere spirituale tenuto dalla chiesa. Il sistema teologico feudale riuscì a unificare dal punto di vista spirituale e civile tutti i popoli europei e garantendo a ciascuna nazione la propria autonomia e indipendenza.
Nel primo medioevo acquista posizione determinante la forza militare.

Lo scopo della rivoluzione era di esprimere e attuare un nuovo sistema sociale che corrispondesse alle esigenze determinate al processo di sviluppo storico della società francese e fondasse la società sull’industria e sugli industriali: il sistema teologico-feudale esaurito avrebbe dovuto essere sostituito dal sistema scientifico-industriale. Con la Rivoluzione e dopo il problema della nuova organizzazione è che le forze spirituali e temporali della società sono passate in altre mani. La vera forza temporale risiede ora negli industriali e la forza spirituale negli scienziati. Queste due classi sono le sole a esercitare una reale permanente influenza sull’opinione e sulla condotta del popolo. La rivoluzione non riuscì a instaurare un nuovo sistema perché la classe degli industriali affidò il compito della riforma ai rappresentanti della borghesia ….

La caratteristica della scienza moderna è data dall’applicazione delle scoperte scientifiche alla produzione. Ciò è stato possibile perché si è formata una categoria di scienziati, gli ingegneri. L’industria realizza così un’organizzazione fondata sulla razionalità scientifica che deve essere estesa all’intera società. Si determina in tal modo una modificazione sostanziale della cultura e orientamenti politici che prima erano ispirati a una filosofia critica e rivoluzionaria e ora sono l’espressione di una filosofia inventrice e organizzativa.
La vera rivoluzione dalla quale scaturisce la società contemporanea è quella industriale operata dalla nuova organizzazione dell’attività produttrice, resa possibile dall’applicazione delle scoperte scientifiche e dal continuo perfezionamento tecnologico della produzione. L’ordine politico-sociale tende a modellarsi sulla nuova organizzazione industriale.
La società non deve essere più concepita come un’unione volontaria di individui che si associano mediante il contratto sociale ma come un vero e proprio corpo sociale cioè come un insieme organico di membra e di parti. Ciascuna realizzando la sua specifica funzione si coordina con le altre e concorre a realizzare la società la quale come tutto costituisce il presupposto essenziale dell’esistenza delle singole parti.
La società partecipa di un processo evolutivo che riguarda l’intera umanità. Arrestare questo processo è assurdo perché significherebbe capovolgere il sistema delle leggi che governano la natura che sono finalizzate all’evoluzione della specie.

Tratto da STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE di Filippo Amelotti
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