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John Friske : Manifest Destiny

John Friske : Manifest Destiny



Nati essi stessi da una rivoluzione anticoloniale,gli USA non potevano seguire il modello coloniale europeo senza tradire i valori sui quali avevano costruito la loro nazione. Ciò non impedì agli USA di proiettare verso l’esterno il suo dinamismo economico assicurandosi il controllo di territori anche lontani; di praticare cioè una sorta di imperialismo informale, fondato essenzialmente sull’esportazione di merci e di capitali. Verso la fine del scolo si sviluppò un movimento d’opinione che ebbe il suo testo in un saggio di John Fiske intitolato: “Manifest Destiny” che sosteneva il diritto degli USA di esportare in tutto il mondo i propriprincipi e la propria organizzazione. L’espansionismo statunitensesi esercitò in 2 direzioni. La prima verso il Pacifico, la seconda verso l’America Latina. La prima importante manifestazione della nuova politica di potenze degli USA si ebbe co l’intervento a Cuba dove già dal1895 era in atto una violenta rivolta contro i dominatori spagnoli:questi attuarono una dura repressione che suscitò vivaci reazioni nell’opinione pubblica americana;ma anche preoccupazioni per i cospiqui interessi nelle piantagioni di canna da zucchero. L’affondamento nel 1848 di una corazzata americana nel porto dell’Havana portò così alla guerra con la Spagna che fu rapidamente sconfitta. Cuba divenne una repubblica indipendente sottoposta tuttavia alla tutela degli USA. Sempre nel ‘98 la presenza americana nel Pacifico fu rinforzata dall’annessione della Hawaii.

Tratto da PICCOLO BIGNAMI DI STORIA CONTEMPORANEA di Marco Cappuccini
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