Gli USA negli anni '70: la presidenza di Ronald Regan

Per gli USA gli anni ’70 rappresentarono una fase tutt'altro che felice, una gravissima crisi interna:il cosiddetto caso Watergate costrinse nel’74 Nixon alle dimissioni, poichè accusato di spionaggio ai danni del partito democratico. Il democratico Jimmy Carter divenuto capo dello stato nel ’76 cercò di risollevare il prestigio del paese recuperando i valori Wilsoniani la sua politica fu però portata avanti in modo incerto e portò alla sconfitta di Carter nelle elezioni dell’80 e alla clamorosa affermazione di Ronald Regan, anziano ex attore esponente dell’ala destra del partito repubblicano. Il successo della presidenza Regan fu confermata nelle elezioni dell’84 grazie anche al buon andamento dell’economia americana che riprese a marciare a pieno ritmo. Le fratture fra i gruppi razziali delle grandi metropoli si accentuarono in compenso l’inflazione fu contenuta e la disoccupazione in parte riassorbita. Il mantenimento di un alto livello di armamenti costituì un elemento essenziale nella strategia internazionale di Regan sia per acquisire una posizione di forza contro l’URSS sia per far sentire la presenza americana in tutti i punti caldi del pianeta. Nel marzo ’86 in risposta ad u probabile coinvolgimento libico in una serie di attentati terroristici contro cittadini americani in Europa, l’aviazione statunitense bombardò il quartier generale di Gheddafi a Tripoli. Quando nell’88 Regan concluse il suo secondo mandato favorì la vittoria alle elezioni al suo vicepresidente George Bush,Bush riprese in sostanza l’eredità reganiana con uno stile più prudente ed equilibrato, fu proprio lui però ad assumersi la responsabilità dei più vasti interventi militari mai intrapresi dagli USA dopo il Vietnam,come quello deciso nel’90’91 contro l’Iraq di Saddam Hussein.Bush assistette tra il ’91 ’92 alla dissoluzione dell’URSS e sancì la decisiva vittoria degli USA nel confronto col blocco comunista.