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Il ruolo egemonico degli Stati Uniti - inizio '900 -



Mentre l’Asia orientale assisteva alla crescita inarrestabile della potenza giapponesa, nel continente americano si andava rafforzando il ruolo egemonico degli Stati Uniti, che attuarono una decisa svolta in tema di politica sociale negli anni della presidenza di Theodore Roosvelt. Esponente dell’ala progressista del partito repubblicano, Roosvelt alternò con disinvoltura la “diplomazia del dollaro” alla politica del “grosso bastone” (big stick). La più importante occasione per mettere in pratica l’una e l’altra politica fù offerta a Roosvelt dalla questione del canale di Panama: nel 1901 gli Stati Uniti ottennero dal governo della Colombia l’autorizzazione a costruire e a gestire per un periodo di cento anni un canale che tagliasse l’Istmo di Panama. Quando, nel 1903, il parlamento Colombiano rifiutò di ratificarel’accordo, gli Stati Uniti non esitarono ad organizzare una sommossa a Panama e a minacciare un intervento armato. Panama, come già Cuba, divenne una Repubblica indipendente sotto la tutela americana. Imperialista ed aggressiva all’estero, la linea di Roosvelt si caratterizzò in politica interna per un’apertura ai problemi sociali senza precedenti (limitazione di orario lavorativo, tutela del lavoro minorile, limitazione del potere dei grandi trusts, sostegno alla piccola e media borghesia). Ma, finita la sua presidenza nel 1908, il partito repubblicano si spaccò: l’ala più progressista, che aveva appoggiato l’azione di Roosvelt, non si riconobbe nella politica più conservatrice del suo successore Howard Taft, e, nelle elezioni del 1912, la divisione tra le file repubblicane favorì il successo del candidato democraticoWoodrow Wilson. Molto lontano da Roosvelt per formazione e temperamento, Wilson ne riprese, però, l’impegno sociale in politica interna, mentre in politica estera promosse un ruolo degli Stati Uniti fondato, più che sulla forza delle armi, sulla capacità espansiva dell’economia e sualla fedeltà ai principi basilari della tradizione democratica.
Negli anni immediatamente precedenti la Grande Guerra, due importanti avvenimenti politici interruppero la calma relativa vigente in America: il primo, pacifico, originato dall’introduzione del suffraggio universale in Argentina e dalla successiva scesa al potere dell’Unione Radicale,espressione delle classi medie di orientamento progressista; l’altro, sfociato nella lotta rivoluzionaria messicana. La rivolta contro il regime semidittatoriale del presidente Porfirio Diaz, cominciò nel 1910 per mano di gruppi liberalprogressisti guidati da Francisco Madero e sostenuti da un vasto moto contadino. Nell’autunno 1911, Diaz fu costretto ad abbandonare il Paese e Madero fu eletto presidente. Nel 1913 Madero fu eliminato da un colpo di Stato militare che portò al potere il generale Adolfo Huerta e aprì la strada a un regime di spietata reazione. La guerra civile riprese in un susseguirsi di colpi di Stato e di rivolte per concludersi infine con l’assunzione della presidenza da parte del progressista Alvaro Obregòn e con il varo di una costituzione democratica e laica.

Tratto da PICCOLO BIGNAMI DI STORIA CONTEMPORANEA di Marco Cappuccini
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