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America Latina e USA: la dottrina Monroe


Nel corso dell’800 le relazioni tra nord e sud furono influenzate dai rapporti tra Washington e le potenze europee. Dopo la lunga lotta con l’Inghilterra, i padri fondatori vollero evitare contrasti con le principali nazioni europee. Tale atteggiamento fu definito dal presidente Washington nella dichiarazione di neutralità del 1793 e poi nel discorso con cui lasciò la carica nel 1796. sostenne la necessità che 20 anni di pace, aggiunto a un incremento di popolazione e di risorse avrebbe consentito loro di essere nella giusta posizione da sfidare tutti i poteri della terra. Voleva tutelare la giovane repubblica nel momento della sua massima vulnerabilità.
Il corollario ai moniti di Washington fu l’enunciazione della Dottrina Monroe. Lo stimolo a tale dichiarazione fu la rivolta delle colonie spagnole sudamericane contro la madrepatria e la reazione delle potenze europee riunite nella Santa Alleanza, frutto del Congresso di Vienna del 1815 e intenzionate a intervenire militarmente nel nuovo mondo per riportare lo status quo ante. Temendo per la sicurezza del proprio emisfero e con l’intento di sostenere lo sforzo anticoloniale degli stati meridionali, il presidente Monroe, spalleggiato dal suo segretario John Quincy Adams decise di opporsi all’iniziativa europea. Sostenne che:
1. se gli Usa erano pronti a riconoscere le esistenti colonie europee nelle americhe, non erano disposti a tollerare nuove conquiste
2. gli Usa non sarebbero mai intervenuti negli affari europei ma non avrebbero accettato interventi delle potenze europee nel continente americano
3. non era concepibile che i sistemi politici delle potenze europee fossero esportati in territorio americano.
 

Tratto da AMERICA LATINA E STATI UNITI di Filippo Amelotti
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