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Kennedy, l’alleanza per il progresso, Cuba e Che Guevara


Nel 1961 1500 uomini sbarcarono a Cuba presso la Baia dei Porci con l’obbiettivo di spodestare Castro confidando nel sostegno popolare. La popolazione cubana non intervenne e le forze dell’esercito regolare ebbero la meglio. Terminato il doppio mandato di Eisenhower, a fare il via libera all’operazione preparata dall’amministrazione repubblicana fu il democratico John Fitzgerald Kennedy. Il fallimento dello sbarco fu un duro colpo per le attese di rinnovamento che l’elezione del presidente aveva suscitato. Dopo il tentativo di scalzare Castro, in America latina l’opinione pubblica si convinse che Kennedy fosse un nuovo Theodore Roosevelt pronto a inviare Marines per tutelare gli interessi statunitensi.
L’azione contro Castro rischiò di eclissare l’Alleanza per il Progresso, iniziativa varata nel 1961 con cui la nuova amministrazione voleva rilanciare la politica di buon vicinato verso l’America Latina. Era un programma di aiuti economici ai paesi sudamericani che mirava a promuovere lo sviluppo economico e democratico regionale impedendo la diffusione del comunismo.
Kennedy convocò i due assistenti Schlesinger e Mcgover e gli chiese di recarsi in America Latina per studiare come organizzare il piano di aiuti. I due si recarono in Argentina, Brasile, Perù, Bolivia e Venezuela e ovunque trovarono giovani partiti democristiani decisi a rompere con le torbide tradizioni del passato. Ma trovarono anche il mito Castro. Per i poveri e i diseredati Fidel era il messia. L’America Latina era alle soglie di una rivoluzione. Venivano mandati via i dittatori e l’intero continente era alla vigilia di un grande sviluppo economico e si stavano creando le basi per una nuova società fondata sulla libera iniziativa o sul socialismo.
Il problema di Cuba e il tentativo sovietico di prendere piede nell’emisfero occidentale non doveva distrarre l’amministrazione dall’obiettivo di costruire un continente libero, stabile e ricco attraverso lo sviluppo economico e il progresso sociale.
Nel 1961 Kennedy lanciò ufficialmente il progetto dell’Alleanza per il Progresso. L’iniziativa prevedeva un impegno degli USA a fornire aiuti allo sviluppo per 20 miliardi in 10 anni. Furono costruite scuole, ospedali, varati programmi educativi e culturali, riforme fiscali e agricole.
Kennedy però favoriva l’insediamento di leader eletti democraticamente ma non arretrava davanti alla possibilità di stabilire rapporti con esponenti delle vecchie oligarchie ed elite locali.
Dopo la morte di Kennedy e con l’amministrazione Johnson quasi completamente assorbita dalla guerra in Vietnam, l’impulso iniziale all’Alleanza venne meno e gli aiuti promessi furono ridotti fino a far fallire l’iniziativa.
L’amministrazione Kennedy decise di rinforzare gli eserciti delle repubbliche locali per metterle in condizioni di affrontare con successo le infiltrazioni di elementi comunisti.
Nel 1962 il contenzioso con Cuba raggiunse la massima tensione con la crisi dei missili quando a causa dell’installazione di vettori nucleari sovietici nell’isola il mondo sfiorò una guerra mondiale. Cruscev intendeva lo spiegamento missilistico come un tentativo di diffondere la rivoluzione comunista in America Latina.  Il compromesso raggiunto da Kennedy con Cruscev, lo smantellamento dei missili in cambio del ritiro delle testate nucleari in Turchia permise di instaurare un clima di maggiore collaborazione tra le due potenze e di tale spirito beneficiarono anche le relazioni tra Cuba e USA. Nell’ultimo anno di presidenza Kennedy approcciò un riavvicinamento con Castro.
Gli USA volevano riavvicinarsi a Castro per migliorare le relazioni con Cuba nell’interesse della stabilità degli equilibri latinoamericani. Le condizioni richieste erano l’abbandono di ogni contatto con le influenze comuniste provenienti dall’URSS e la fine dei tentativi di sovversione diretti al resto dell’emisfero occidentale.
I tentativi di dialogo continuarono anche con Lyndon Johnson. Ma la totale mancanza di volontà di Johnson fece naufragare ogni possibilità. Non solo bloccò ogni ulteriore iniziativa cubana ma arrivò anche a bloccare ulteriori tentativi indipendenti da parte di altri leader statunitensi come Bob Kennedy.

Tratto da AMERICA LATINA E STATI UNITI di Filippo Amelotti
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