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Classificazione delle fratture in base alla rima


Altro criterio classificativo è quello che ci permette di distinguere:
fratture COMPLETE: possono essere distinte in base al decorso della rima di frattura
frattura TRASVERSALE, con decorso della rima orizzontale
OBLIQUA, con decorso della rima di tipo diagonale
SPIROIDE, con decorso della rima di frattura che avvolge a spirale la diafisi stessa
COMPLesSE, in cui si viene a determinare una situazione un po’ particolare, è il caso per esempio di quel tipo di frattura in cui la rima viene a staccare un terzo frammento (esempio frattura ad ala di farfalla)
COMMINUTE: in cui il numero delle rime di frattura è notevole, talvolta non si distingue neanche perché l’osso è addirittura polverizzato
fratture INCOMPLETE: possono essere di tre tipi,
Fratture A LEGNO VERDE: sono specifiche di un età, quella del bambino perché a differenza dell’osso dell’adulto presenta un periostio molto più spesso e costituisce un vero e proprio manicotto intorno all’osso, per cui può accadere che l’osso può interrompersi e il periostio rimane integro. Nell’adulto questo tipo di fratture non si possono verificare perché il periostio si assottiglia, può addirittura scomparire (talvolta intraoperativamente non si riesce ad apprezzare)quindi sicuramente in seguito ad un trauma il periostio salta subito, si interrompe così come l’osso
INFRAZIONI: come ad esempio le infrazioni costali o del piatto tibiale; sono rime di frattura che non riescono a raggiungere il versante opposto perché in pratica la forza traumatica si esaurisce prima (si interrompono prima perché perdono di forza), praticamente sono “un aborto di frattura”, la frattura inizia ma non riesce a completarsi
INFOSSAMENTI: si vengono a verificare in zone ben precise del nostro tessuto osseo, cioè lì dove è presente il tessuto spugnoso, costituito da varie trabecole che si intersecano fra loro e che vengono a delimitare degli spazi pieni di sangue, può accadere che una forza che agisca su questo tessuto spugnoso venga a determinare una compattazione delle lamelle ossee che vengono a schiacciarsi fra di loro, ecco che si determina un infossamento.( Ad esempio nell’epifisi prossimale della tibia ci sta del tessuto spugnoso, supponiamo che un soggetto cada dall’alto, il condilo femorale vada a schiacciare il piatto tibiale, le lamelle si compattano tra loro e vengono a determinare uno schiacciamento che prende il nome per l’appunto di infossamento. Un’altra sede abbastanza frequente di infossamento è per esempio il calcagno perché qui è largamente rappresentato il tessuto spugnoso che può quindi compattarsi )

Tratto da MALATTIE DELL'APPARATO LOCOMOTORE di Irene Mottareale
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