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Metodi odierni di studio del cervello


Oggi le modalità per poter approfondire la funzione del cervello sono due:

La TMS, stimolazione magnetica transcranica che dovrebbe essere più o meno l'equivalente di quello che era la stimolazione fisiologica, con elettrodi intracerebrali; la stimolazione con elettrodi intracerebrali la possiamo fare solo negli animali oppure durante le fasi operatorie, quando c'è il cranio aperto, ma normalmente noi non possiamo andare a stimolare con elettrodi dentro nostro cervello, sia perché non è etico sia perché faremmo soltanto danno.

Con la stimolazione magnetica transcranica, invece,  non abbiamo bisogno di aprire la teca cranica e stimolare direttamente le aree cerebrali, possiamo stimolare in superficie.                                                        
Prima c'era anche un altro modo di stimolare che era la stimolazione elettrica transcranica, cioè stimolare elettricamente la superficie  del cuoio capelluto e avere determinate risposte: se stimoliamo elettricamente la superficie in corrispondenza delle aree motorie, noi avremo un movimento di un determinato segmento corporeo: come nell'animale quello visto da Penfield, il quale stimolava la corteccia motoria con microelettrodi intracellulari e aveva la risposta di un determinato segmento corporeo.

La stimolazione elettrica transcranica ha un limite: è molto dolorosa; perché per stimolare il cervello dentro, dalla superficie, devi dare una certa intensità di corrente e siccome noi abbiamo terminazioni sensitive sul cuoio capelluto naturalmente si prova dolore.

Con la stimolazione magnetica transcranica invece non abbiamo nessun dolore in quanto il campo magnetico attraversa in maniera indolore la teca cranica e arriva a stimolare superficialmente i neuroni della corteccia; il limite di quest'ultima è che siccome l'intensità di corrente decresce molto con la distanza, si arriva sulla superficie corticale ma non riesce ad andare in profondità.

Inoltre, il vantaggio della stimolazione magnetica  transcranica è quella di determinare le cosiddette lesioni virtuali, virtuale perché assolutamente reversibile; quindi puoi vedere gli effetti ipotetici di una lesione sul comportamento, sul pensiero, sul ragionamento, ecc. con una risoluzione temporale strettissima, di millisecondi.

Poi abbiamo la Risonanza magnetica, oggi si tende ad integrare la stimolazione magnetica transcranica con la risonanza magnetica funzionale perché entrambe queste due metodiche possono darci delle informazioni notevoli, solo che l'ideale sarebbe fare la stimolazione magnetica mentre si fa la risonanza magnetica funzionale.
Comunque quanto alla risonanza magnetica nel momento in cui compiamo un'azione qualsiasi (calcolo mentale, immaginarsi mentalmente qualcosa) si attivano determinate aree, e questo lo possiamo vedere, quindi possiamo in qualche modo collegare quella funzione che stiamo compiendo, con l'attivazione di determinate aree cerebrali.

Tratto da NEUROLOGIA di Irene Mottareale
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