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Il metodo dialettico e il materialismo storico


12.27 Il marxismo, mentre si impegna nella dissoluzione dell’impostazione cristiana, allo stesso tempo tenta di servirsi degli strumenti scientifici del tempo per spiegare i problemi esistenziali dell’uomo, cioè cerca di spiegare logicamente questioni come l’origine dell’uomo, della società, della storia e della sua fine. In sostanza, finisce per istituire un nuovo dogmatismo che oscilla fra una rigorosa osservazione dei fatti concreti e il sogno di un mondo migliore.

12.28 Il metodo di Marx pretende di essere scientifico, cioè di potersi applicare in modo universale senza ammettere contraddizioni, secondo una razionalità tale che chi non la accetta è semplicemente irrazionale. Per chi non la accetta è possibile solo farsi educare, in modo da poter comprendere il fine del cammino storico che è quello di liberare l’umanità e di trasformarla attraverso un processo rivoluzionario illustrato anche nel Capitale. Bisogna, dunque, ricreare gli uomini, non per mano di dio ma dell’umanità stessa, e questa volontà di rigenerazione fa capire che il Manifesto è un documento profetico, non certo un’analisi scientifica fondata su dati empirici.

12.29 Il Cristianesimo deve essere eliminato: esso rende impossibile la realizzazione terrena del regno auspicato, poiché estrania il mondo da se stesso, costruendo un regno dei cieli lontano dalla realtà concreta. Questa dissociazione deve essere eliminata dal proletariato, che è il vero strumento di redenzione in quanto può restituire il mondo alla sua reale dimensione. L’ateismo, pertanto, diviene per la prima volta un fatto sociale a dimensioni collettive.

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