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L’ambito della promozione della salute


Secondo McDonald, la promozione della salute include 3 tipi di attività:
l’educazione/comunicazione sulla salute, allo scopo di educare chi occupa posizioni di potere e la comunità in generale, sulla salute positiva;
la prevenzione delle malattie, per ridurre i rischi di malattie e disabilità;
la protezione della salute, che deriva dall’approccio tradizionale della salute pubblica.
Ewles e Simnet propongono 7 ambiti di attività all’interno della promozione della salute:
programmi di educazione alla salute: opportunità offerte alle persone per apprendere informazioni sulla salute e per modificare volontariamente il proprio comportamento, mirano a sviluppare l’autostima e l’empowerment;
servizi sanitari di tipo preventivo (primari, secondari, terziari);
lavoro nella comunità: gruppi di auto-aiuto e gruppi di pressione, lo sviluppo di servizi a tutela della salute a livello locale;
sviluppo organizzativo: programmi di promozione della salute all’interno delle organizzazioni, a beneficio dei dipendenti e dei clienti/utenti;
agenzie pubbliche e volontarie che lavorano per modificare le condizioni di vita;
misure sulla salute ambientale: si occupano di rendere l’ambiente fisico più favorevole alla salute, sia nelle abitazioni, sia sul luogo di lavoro o nei luoghi pubblici;
attività economiche e regolatorie: azioni politiche ed aducative dirette ai politici, agli amministratori, che mirano a favorire cambiamenti legislativi.
EVOLUZIONE DELLA PROMOZIONE DELLA SALUTE
Il lavoro di promozione della salute ha modificato il suo centro di interesse nel corso degli anni.
Fino alla prima metà del ‘900 esso si identificava con l’approccio della salute pubblica, il quale si concentrava sulle riforme ambientali.
Nel corso degli anni ‘50-’60, l’attenzione si è spostata sul bisogno di modificare i comportamenti di salute individuali. Questo approccio verso lo stile di vita ha comportato una concentrazione degli sforzi sull’educazione alla salute, consistente nel fornire informazioni sui fattori di rischio e sui comportamenti protettivi.
Durante gli anni ’70 l’approccio educativo è stato profondamente criticato, accusato di essere troppo ristretto, in quanto non considerava che molte cause di malattia sono costruite socialmente, culturalmente ed economicamente e spesso sfuggono dal controllo dell’individuo.
Negli anni ’80 è emerso l’approccio che conosciamo oggi: racchiude l’educazione alla salute, ma mostra una attenzione crescente verso le determinanti della salute (condizioni sociali, politiche, economiche, ambientali) e il coinvolgimento delle persone nel plasmare la propria salute.

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